Stop ai veleni emessi dai diesel. Respirare è un diritto. Per ribadirlo, questa volta gli attivisti di Greenpeace sono entrati in azione a Roma e si sono arrampicati sulla Tangenziale Est, su viale dello Scalo di San Lorenzo. Sospesi nell’aria, hanno voluto manifestare in una delle aree più trafficate della Capitale – quella sopraelevata che corre fra i palazzi e sopra le teste dei cittadini – per denunciare l’incapacità delle amministrazione di prendere provvedimenti efficaci e non d’emergenza a tutela della salute. “Respirare è un diritto – Stop diesel”, si legge nello striscione appeso sulla Tangenziale, accompagnato dalla riproduzione di due polmoni pieni di fumo.

Quanto sia necessario liberare l’aria dalle sostanze tossiche nelle città congestionate dal traffico era stato denunciato da Greenpeace già qualche giorno fa, quando l’associazione ha monitorato la qualità dell’aria davanti a dieci scuole dell’infanzia e primarie di Roma. Davanti a ogni scuola i valori medi di concentrazione del biossido di azoto (NO2) sono risultati superiori al limite individuato dall’Organizzazione mondiale della Sanità come soglia di qualità per la protezione della salute umana (40 microgrammi per metro cubo), con picchi di concentrazione quasi tripli rispetto a quel limite. La concentrazione media oraria più bassa rilevata all’ingresso delle scuole romane è stata infatti di 48,9 μg/m3, la più alta di 66,1 μg/m3. E sono stati registrati picchi – in concentrazioni medie su dieci minuti – fino a 111,4 μg/m3. Il tutto nella fascia oraria dalle 7.30 alle 8.30, quando i bambini entrano a scuola.

Il biossido di azoto, ribadisce Greenpeace, è classificato tra le sostanze certamente cancerogene: i suoi effetti patogeni sono principalmente a carico delle vie respiratorie, del sistema sanguigno, delle funzioni cardiache. A Roma oltre tre quarti della concentrazione di questo inquinante è dovuta al traffico veicolare, quasi interamente ai veicoli diesel. In Europa ogni anno circa 78 mila morti premature sono causate dal biossido di azoto. Si legge nel rapporto di Greenpeace “Ogni respiro è un rischio”: “L’Italia è il Paese con il più alto numero assoluto di morti premature (17.290) e con il più alto tasso di mortalità in eccesso (0,28 ogni 1000 abitanti), quasi il doppio rispetto alla media europea (0,15). Ogni aumento dell’esposizione a questo inquinante è correlato ad un maggior rischio per la nostra salute: non esiste un livello di esposizione che possa essere considerato sicuro”.

“I sindaci delle nostre città hanno la possibilità di proteggere la salute dei loro cittadini e mandare al contempo un segnale fortissimo al mercato – dice Andrea Boraschi, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia – In molte città europee si discute della fine della mobilità “fossile”, e in primis di quella a gasolio, e le vendite dei diesel calano. In Italia invece continuano a salire. Dobbiamo invertire questa tendenza, facendo capire chiaramente ai cittadini che questa tecnologia ha gli anni contati. Cominciamo dalle grandi città, dove i danni ambientali e sanitari causati dai veicoli diesel sono maggiori”.

L’associazione ha lanciato una campagna per chiedere ai sindaci delle quattro città più colpite dai fumi dei dieselMilano, Torino, Palermo e Roma – di impegnarsi per limitare progressivamente la circolazione nei loro centri urbani dei diesel fino a prevederne, entro la fine del loro mandato, lo stop definitivo. Greenpeace rende noto che il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha accettato il confronto invitandola a un incontro il 21 novembre. Dall’amministrazione della Capitale, invece, ancora nessuna risposta. “Greenpeace chiede da giugno un incontro all’amministrazione capitolina per aprire un confronto sui temi della mobilità. Ad oggi – dice l’associazione – questo dialogo non si è ancora aperto”.


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