Domani, 14 settembre, entra in vigore la nuova legge per ridurre gli sprechi alimentari e farmaceutici. La legge mira a favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari, di prodotti farmaceutici e di vestiario usato, a fini di solidarietà sociale. “Per arginare il fenomeno dello spreco alimentare non basterà una campagna sul termine minimo di conservazione dei prodotti” commenta il CTCU che chiede a Comuni e Province di ridurre quanto prima la tassa rifiuti a quelle aziende che donano alimenti destinati allo smaltimento.La legge n.166 del 19 agosto 2016 regolamenta la cessione gratuita e la distribuzione delle eccedenze (alimentari, farmaceutici, vestiario) a fini caritativi. Per le aziende operanti nel settore alimentare, panifici, gastronomie, farmacie e negozi di abbigliamento diventa più semplice donare le eccedenze a bisognosi ed organizzazioni non profit, e ricevere benefit fiscali. Le eccedenze possono essere donate ad istituzioni sia pubbliche che private, posto che queste destinino gli stessi prodotti a persone in stato di bisogno. Le misure burocratiche necessarie a tal fine vengono percettibilmente semplificate. Alimenti che abbiano superato il termine minimo di conservazione possono essere donati, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione. Prodotti che non rispettino tali imposizioni possono essere usati come mangime per animali, oppure, nella peggiore delle ipotesi, essere compostati. Anche gli alimenti che presentano irregolarità di etichettatura possono essere ceduti ai soggetti donatari. Anche i prodotti da forno non venduti o somministrati entro le 24 ore successive alla produzione, possono essere donati a soggetti donatari. E’ consentita la cessione a titolo gratuito delle eccedenze di prodotti agricoli in campo o di prodotti di allevamento idonei al consumo umano ed animale ai soggetti donatari. Inoltre si intende incentivare la prevenzione della produzione di rifiuti alimentari, anche con specifico riguardo a pratiche virtuose nelle attività’ della ristorazione che consentano ai clienti l’asporto dei propri avanzi di cibo.

Secondo la Coldiretti, in Italia lo spreco alimentare arriva a totalizzare ogni anno un importo di 12,5 miliardi di euro. Le nuove norme mirano a destinare a nuovo uso un milione di tonnellate di alimenti, salvandoli così dalla pattumiera. Sono previsti benefit fiscali: a livello comunale la cessione di alimenti va premiata con una tariffa rifiuti ridotta. Inoltre, nelle annualità dal 2016 al 2018, verrà messo a disposizione un fondo di un milione di euro all’anno, per dare sostegno a progetti innovativi e misure volte a ridurre lo spreco.

Il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU) saluta la nuova legge quale passo importante per ridurre lo spreco alimentare. “Purtroppo, in Italia, non si è scelto, come invece avvenuto in Francia, la strada della cessione obbligata degli alimenti invenduti, ma si è scelto di incentivare i comportamenti positivi – commenta il Direttore del CTCU, Walther Andreaus – Per arginare il fenomeno dello spreco alimentare non basterà una campagna sul termine minimo di conservazione dei prodotti. Il problema non andrebbe ridotto al solo comportamento dei consumatori. Considerato che in ogni anello della catena produttiva di un prodotto si manifestano delle perdite, le misure andrebbero rivolte a tutti i soggetti attori, dai produttori agli intermediari del commercio fino ai consumatori finali.”

Il CTCU chiede a Comuni e alla Provincia di ridurre, in applicazione della nuova norma, quanto prima la tassa rifiuti a quelle aziende che donano alimenti destinati allo smaltimento. Anche il fondo previsto andrebbe finanziato ad hoc dagli stessi enti, poiché ai sensi dell’Accordo di Milano, l’Alto Adige resterà escluso dalla ripartizione del fondo nazionale.


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