Telemarketing aggressivo: operatori e associazioni sottoscrivono il Codice di condotta AGCOM

Telemarketing aggressivo: operatori e associazioni sottoscrivono il Codice di condotta AGCOM (foto Pixabay)

“D’ora in avanti il contrasto del telemarketing aggressivo si servirà di uno strumento in più“: così l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), che il 21 settembre ha incontrato operatori e associazioni interessate per sottoscrivere il “Codice di condotta per attività di Call Center” approvato lo scorso 26 luglio.

“Nel corso dell’incontro – si legge in una nota AGCOM – gli Uffici dell’Autorità hanno illustrato i punti salienti del Codice e le modalità di adesione per coloro che intenderanno farlo successivamente. Inoltre, sono state avviate le attività del Tavolo tecnico previste dall’articolo 8 del Codice, nell’ambito del quale verrà valutato lo stato di implementazione delle misure previste, nonché l’adeguamento delle stesse”.

Gli obiettivi del Codice di condotta AGCOM per Call Center

“L’obiettivo del codice – spiega l’AGCOM – è quello di stabilire regole chiare per operatori e Call Center qualificati, ossia quelli che, iscritti al ROC, abbiano determinati minimi requisiti di qualità e affidabilità professionale, implementando misure volte ad assicurare il rispetto delle norme, da parte di tutta la filiera, sulla non modificabilità del numero chiamante (CLI spoofing), l’uso di legittime liste di numeri da chiamare e la qualità dei servizi prestati”.

“In particolare, viene regolato il ricorso alla sub-contrattualizzazione dai partner commerciali e la gestione dei subappalti all’estero, nonché rafforzato l’obbligo di richiamabilità dei call center stessi, per distinguerli da quelli che ricorrono in modo fraudolento a numeri non contattabili o anonimizzati”.

Per l’Autorità si tratta di “un decisivo passo in avanti che consente di assicurare ai soggetti che agiscono nella legalità di operare in un mercato sano e realmente concorrenziale e, al tempo stesso, di aumentare le tutele nei confronti degli utenti finali che si oppongono alle chiamate di telemarketing indesiderate: un’urgenza questa rimarcata anche dalle 28 milioni di iscrizioni di utenze telefoniche (tra fisso e mobile) al Registro pubblico delle opposizioni“.

Ad oggi hanno aderito le seguenti società e associazioni: ASSOCALL, ASSOCONTACT, BRENNERCOM, FASTWEB, IFM, INFOMASTER, ILIAD Italia, INTRED, IRIDEOS, Media Asset, NETWORK CONTACT, OIC – Osservatorio Imprese Consumatori,  OPTIMA ITALIA, RETELIT, SKY ITALIA, TELECOM ITALIA, TISCALI, VODAFONE ITALIA, WIND TRE.

UNC: passo avanti, ma insufficiente

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha accolto favorevolmente l’approvazione del Codice di condotta per attività di call center, tuttavia teme che “sia insufficiente per contrastare un fenomeno che continua a dilagare”.

“Urge una modifica della legge che preveda indennizzi automatici per i consumatori molestati e che stabilisca che la chiamata a casa degli iscritti al Registro delle opposizioni sia considerata una pratica commerciale scorretta, sanzionabile anche dall’Antitrust, così da raddoppiare i controlli e le sanzioni. È quello che abbiamo chiesto al Senato, proponendo di inserire un articolo nel ddl concorrenza“, conclude Dona.


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