Spese obbligate, nel 2023 casa e bollette peseranno per il 45,8% della spesa mensile
Nel 2022 le famiglie hanno bruciato 41,5 miliardi di euro di risparmi per conservare il proprio tenore di vita, dice Confesercenti. Le spese obbligate quest’anno peseranno per il 45,8% della spesa mensile. E si ridurrà il potere d’acquisto
Le spese obbligate si mangiano gran parte dei risparmi. Ci sono tutta una serie di voci di spesa difficilmente comprimibili e fra queste quelle per utenze e abitazione, casa acqua ed elettricità, sono andate sempre crescendo dal 2019 a oggi. Quest’anno la quota di spesa familiare che verrà assorbita da abitazione e utenze dovrebbe arrivare al 45,8% del totale mensile. Nel 2022 era già salita al 43,4%. Nel 2021 era del 37,4% mentre nel 2019 si fermava al 35%. Una corsa continua dei prezzi.
«Tra caro-energia ed inflazione, nel 2022 le famiglie italiane sono state costrette a bruciare 41,5 miliardi dei propri risparmi nel tentativo di conservare il proprio tenore di vita», stima Confercenti.
Spese obbligate, quanto pesano i costi per casa e utenze
Il tenore di vita è ormai assediato da costi incomprimibili. Se nel 2023 bollette e casa assorbiranno il 45,8% della spesa mensile, l’impatto di questi costi si farà sentire soprattutto sui redditi medio-bassi per i quali queste spese, unite all’alimentazione e a poche altre voci poco comprimibili, lasceranno davvero poche risorse a disposizione per altri tipi di consumi. Ma le abitudini di spesa cambiano anche per chi ha un reddito superiore: anche in questo caso aumentano le spese obbligate e si riducono tutte le altre.
«Covid, caro-energia ed inflazione hanno rivoluzionato in senso negativo i bilanci delle famiglie negli ultimi tre anni, portando ad un vero e proprio tracollo di spesa per la grande maggioranza delle voci di consumo – commenta la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise – Gli indicatori per il 2023, con un’inflazione che arriverà a sfiorare il 6%, confermano la difficoltà del quadro: il rischio è che la frenata della ripresa dei consumi abbia gravi conseguenze sulle prospettive di crescita del Paese. È indispensabile agire con politiche economiche espansive e di sostegno al potere d’acquisto e ai consumi».
Le spese delle famiglie
Per le famiglie meno abbienti, il 40% del totale, pari a circa 10,5 milioni di nuclei familiari, «i costi fissi varranno quest’anno circa la metà dell’intera spesa mensile (il 49%), riducendo ancora di più lo spazio per le altre spese – dice Confesercenti – Se si considerano infatti anche abbigliamento, bevande e spesa alimentare, la parte di bilancio occupata dai consumi obbligati o quasi sale al 77%, lasciando meno di un quarto – il 23% – disponibile per altro».
Le abitudini di spesa cambiano anche per chi ha più risorse a disposizione. Per il 40% di famiglie con un reddito medio, prosegue Confesercenti, la quota di bilancio assorbita da bollette e spese per la casa passa dal 35% del 2019 al 45% stimato per quest’anno, mentre la spesa per alimentari e bevande si riduce dal 25 al 23%, e quella da dedicare ad altre spese crolla dal 40% al 32%.
Potere d’acquisto in calo
Nel 2023 si stima un’inflazione in media al più 5,6%. I prezzi continuano ad aumentare mentre il potere d’acquisto delle famiglie scende: per Confesercenti alla fine del 2023 il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti risulterà inferiore di 2.800 euro rispetto al 2021, mentre per i lavoratori autonomi la capacità di spesa si ridurrebbe di 2.200 euro.
«Per questo, quest’anno la spesa delle famiglie aumenterà appena del +0,5%: un risultato deludente, dovuto quasi interamente all’aumento delle spese obbligate, e cui si giungerebbe solo a fronte di una riduzione di ulteriori 11 miliardi dei risparmi delle famiglie».
Rispetto al periodo pre-pandemia crescono solo le spese per casa e utenze e quelle per gli alimentari. Tutti gli altri consumi vanno giù. Confesercenti stima che nel 2023 la spesa per ricreazione, spettacoli e cultura sarà ancora il -24,6% inferiore al 2019, quella in servizi ricettivi e ristorazione si assesterà al -20,6%, comunicazioni al -19,7%. In calo netto anche Istruzione (-17,3%), Abbigliamento e calzature (-15,2%), Trasporti (-11,1%). Scendono anche le spese per servizi sanitari e spese per la salute (-5,5%).