Le spese obbligate si mangiano i risparmi (Foto Karolina Grabowska su Pexels)

Le spese obbligate si mangiano gran parte dei risparmi. Ci sono tutta una serie di voci di spesa difficilmente comprimibili e fra queste quelle per utenze e abitazione, casa acqua ed elettricità, sono andate sempre crescendo dal 2019 a oggi. Quest’anno la quota di spesa familiare che verrà assorbita da abitazione e utenze dovrebbe arrivare al 45,8% del totale mensile. Nel 2022 era già salita al 43,4%. Nel 2021 era del 37,4% mentre nel 2019 si fermava al 35%. Una corsa continua dei prezzi.

«Tra caro-energia ed inflazione, nel 2022 le famiglie italiane sono state costrette a bruciare 41,5 miliardi dei propri risparmi nel tentativo di conservare il proprio tenore di vita», stima Confercenti.

Spese obbligate, quanto pesano i costi per casa e utenze

Il tenore di vita è ormai assediato da costi incomprimibili. Se nel 2023 bollette e casa assorbiranno il 45,8% della spesa mensile, l’impatto di questi costi si farà sentire soprattutto sui redditi medio-bassi per i quali queste spese, unite all’alimentazione e a poche altre voci poco comprimibili, lasceranno davvero poche risorse a disposizione per altri tipi di consumi. Ma le abitudini di spesa cambiano anche per chi ha un reddito superiore: anche in questo caso aumentano le spese obbligate e si riducono tutte le altre.

«Covid, caro-energia ed inflazione hanno rivoluzionato in senso negativo i bilanci delle famiglie negli ultimi tre anni, portando ad un vero e proprio tracollo di spesa per la grande maggioranza delle voci di consumo – commenta la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise – Gli indicatori per il 2023, con un’inflazione che arriverà a sfiorare il 6%, confermano la difficoltà del quadro: il rischio è che la frenata della ripresa dei consumi abbia gravi conseguenze sulle prospettive di crescita del Paese. È indispensabile agire con politiche economiche espansive e di sostegno al potere d’acquisto e ai consumi».

Le spese delle famiglie

Per le famiglie meno abbienti, il 40% del totale, pari a circa 10,5 milioni di nuclei familiari, «i costi fissi varranno quest’anno circa la metà dell’intera spesa mensile (il 49%), riducendo ancora di più lo spazio per le altre spese – dice Confesercenti – Se si considerano infatti anche abbigliamento, bevande e spesa alimentare, la parte di bilancio occupata dai consumi obbligati o quasi sale al 77%, lasciando meno di un quarto – il 23% – disponibile per altro».

Le abitudini di spesa cambiano anche per chi ha più risorse a disposizione. Per il 40% di famiglie con un reddito medio, prosegue Confesercenti, la quota di bilancio assorbita da bollette e spese per la casa passa dal 35% del 2019 al 45% stimato per quest’anno, mentre la spesa per alimentari e bevande si riduce dal 25 al 23%, e quella da dedicare ad altre spese crolla dal 40% al 32%.

Potere d’acquisto in calo

Nel 2023 si stima un’inflazione in media al più 5,6%. I prezzi continuano ad aumentare mentre il potere d’acquisto delle famiglie scende: per Confesercenti alla fine del 2023 il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti risulterà inferiore di 2.800 euro rispetto al 2021, mentre per i lavoratori autonomi la capacità di spesa si ridurrebbe di 2.200 euro.

«Per questo, quest’anno la spesa delle famiglie aumenterà appena del +0,5%: un risultato deludente, dovuto quasi interamente all’aumento delle spese obbligate, e cui si giungerebbe solo a fronte di una riduzione di ulteriori 11 miliardi dei risparmi delle famiglie».

Rispetto al periodo pre-pandemia crescono solo le spese per casa e utenze e quelle per gli alimentari. Tutti gli altri consumi vanno giù. Confesercenti stima che nel 2023 la spesa per ricreazione, spettacoli e cultura sarà ancora il -24,6% inferiore al 2019, quella in servizi ricettivi e ristorazione si assesterà al -20,6%, comunicazioni al -19,7%. In calo netto anche Istruzione (-17,3%), Abbigliamento e calzature (-15,2%), Trasporti (-11,1%). Scendono anche le spese per servizi sanitari e spese per la salute (-5,5%).


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