Desertificazione e siccità, oggi la Giornata mondiale per consumo e produzione sostenibile
Oggi è la Giornata mondiale contro desertificazione e siccità. I ritmi di consumo e produzione sono oggi insostenibili. Da qui al 2030 la produzione alimentare richiederà ulteriori 300 milioni di ettari di terra e l’industria della moda potrebbe usare il 35% in più di terra
Produzione e consumo non sostenibili aumentano il degrado del suolo e il consumo delle risorse idriche. L’attività umana e il cambiamento climatico hanno un impatto sugli ecosistemi e sono fra i fattori alla base di desertificazione e siccità che avanzano. Oggi ricorre la Giornata mondiale contro desertificazione e siccità, promossa dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD) e istituita dalle Nazioni Unite nel 1995 per sensibilizzare l´opinione pubblica in materia di cooperazione internazionale per combattere la desertificazione e gli effetti della siccità.
Quest’anno il tema per la Giornata mondiale della desertificazione e della siccità è “Cibo, Mangimi e Fibre” (Food-Feed-Fibre) e vuole porre l’attenzione su quelle forme non sostenibili di produzione e consumo che contribuiscono a degrado dei suoli e consumo di risorse idriche. E dunque alla desertificazione.
Happy #DesertificationAndDroughtDay. A new contract for nature is needed more than ever. @antonioguterres urges for an interntl action and solidarity, to scale up land restoration and nature-based solutions for climate action and the benefit of future generations. #FoodFeedFibre pic.twitter.com/uibbeXK4GW
— Ibrahim Thiaw (@ibrahimthiaw) June 17, 2020
La desertificazione, attività umane insostenibili
La desertificazione non è l’espansione dei deserti ma il degrado della terra in aree aride e secche ed è causata soprattutto dalle attività umane e dal cambiamento climatico. Gli ecosistemi sono estremamente vulnerabili all’eccessivo sfruttamento e all’uso inappropriato della terra.
«Povertà, instabilità politica, deforestazione, pascolo eccessivo e cattive pratiche di irrigazione possono minare la produttività della terra», spiegano le Nazioni Unite.
Il ritmo delle attività umane, insieme all’urbanizzazione e alle attività industriali, non è sostenibile. Non lo è più da tempo.
«Per avere abbastanza terra produttiva per soddisfare le esigenze di dieci miliardi di persone entro il 2050, gli stili di vita devono cambiare – dicono dalla Convenzione Onu per la lotta alla desertificazione – La Giornata sulla desertificazione e la siccità, sotto lo slogan “Food. Feed. Fibre” cerca di educare le persone su come ridurre il loro impatto personale».
La Giornata 2020: Food. Feed. Fibre.
“Food. Feed. Fibre”, “Cibo. Mangimi. Fibre” è il tema scelto per la Giornata 2020 e si concentra sulla relazione tra consumi, sfruttamento di suolo e desertificazione. La terra viene degradata a un tasso insostenibile, causato anche dalla domanda crescente di territorio e risorse naturali per avere cibo, alimentazione per gli animali e fibre tessili. Questo danneggia produzione, ecosistemi e biodiversità.
«Se continuiamo a produrre e a consumare come al solito – dice Ibrahim Thiaw, segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione – manterremo la capacità del Pianeta di sostenere la vita fino a quando non rimarranno nient’altro che scarti. Tutti noi dobbiamo fare scelte migliori su ciò che mangiamo e su ciò che indossiamo per aiutare a proteggere e ripristinare il territorio».
Le stime delle Nazioni Unite sono del resto impressionanti. A oggi oltre due miliardi di ettari di terreni una volta produttivi sono degradati. Entro il 2030, la produzione alimentare richiederà ulteriori 300 milioni di ettari di terra. Oltre il 70% degli ecosistemi naturali è stato trasformato. Entro il 2050, potrebbe essere il 90%.
Entro il 2030, l’industria della moda prevede di utilizzare il 35% in più di terra – oltre 115 milioni di ettari, equivalenti alle dimensioni della Colombia.
Desertificazione, siccità e post Covid
Alla giornata partecipa anche l’Italia. Il Ministero dell’Ambiente ricorda che «oggi più che mai, occorre riorientare le nostre azioni, i nostri comportamenti in modo da renderli più sostenibili per conservare la produttività della terra, proteggere la biodiversità e affrontare i cambiamenti climatici. Gestire in modo sostenibile le risorse terrestri che producono cibo, nutrono gli animali e forniscono fibra per abiti, assume un ruolo importante nel ricostruire il rapporto con la natura nella fase post COVID-19. La crisi COVID ha reso evidenti le vulnerabilità dell’uomo e dei sistemi naturali, ed in particolare il modo in cui usiamo le risorse della terra».
Sono tanti i passi da compiere. Oltre a ridurre l’eccessiva domanda di risorse naturali, bisogna ridurre gli sprechi alimentari e la richiesta di acqua per la produzione alimentare e industriale, ridurre l’impronta idrica degli allevamenti, evitare che le aree forestali, che proteggono la biodiversità e combattono il degrado del suolo, spariscano per lasciare il posto ad agricoltura e allevamenti.
Il richiamo alla gestione responsabile del territorio riecheggia ancora più forte in direzione di una ripresa post Covid.
«Oggi il motto della Convenzione per la lotta alla desertificazione, “healthy land=healthy people” (terra sana=persone sane) è più che mai attuale», dice l’Onu.