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Giornata della Terra, dieci impegni per il Pianeta (fonte foto: pixabay)

Dieci impegni per il Pianeta. Divisi a metà fra l’azione richiesta al Governo e l’impegno dei cittadini. In vista della Giornata mondiale della Terra del 22 aprile, Legambiente vuole rispondere all’appello dell’Earth Day #investinourplanet con dieci azioni e impegni per il futuro da portare avanti “senza se e senza ma”, con un Governo che faccia la sua parte con più rinnovabili e mobilità sostenibile, più economia circolare e politiche climatiche più ambiziose, e con i cittadini attenti a uno stile di vita sostenibile e una spesa più intelligente.

Nella mappa disegnata da Legambiente ci sono cinque impegni per il Governo e cinque impegni per i cittadini, una lista di azioni per il futuro che vogliono rispondere allo slogan #investinourplanet da subito.

«È fondamentale agire ora e subito – ribadisce l’associazione –I dati dell’Ipcc ci ricordano che non c’è più tempo da perdere, la crisi climatica avanza con la sua folle corsa e senza un impegno concreto da parte di Governo e cittadini sarà difficile ostacolarla e fermarla».

 

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Cambiamento climatico, IPCC: il momento di agire è ora

 

Dieci impegni per il Pianeta, cosa può fare il Governo

Le azioni da fare partono dalla scelta di più rinnovabili per l’Italia, per fermare la dipendenza dalla fonti fossili e dal gas. «Occorre arrivare ad autorizzare entro un anno 90 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili da realizzare entro il 2026 come proposto da Legambiente, Greenpeace Italia e WWF Italia, sulla falsariga di quanto chiesto anche da Elettricità Futura di Confindustria – dice Legambiente – Inoltre il Governo deve approvare con urgenza un decreto sblocca rinnovabili per sostituire le centrali a gas costruite dopo il blackout nazionale del 2003 e per ridurre i consumi di gas di 36 miliardi di m3 all’anno entro il 2026».

Negli impegni per il futuro e per il Pianeta ci deve essere una maggiore mobilità sostenibile, con più colonnine di ricarica, più treni e autobus elettrici nelle città, più risorse ai Comuni per i Piani Mobilità sostenibile e gli spostamenti ciclopedonali, un nuovo spazio pubblico e lo stop ai bonus per l’acquisto di qualsiasi veicolo a motore a combustione.

Servono politiche climatiche più ambiziose in linea con l’obiettivo di 1.5 °C e lo stop ai sussidi ambientalmente dannosi. Serve una maggiore economia circolare («per far decollare in Italia la rivoluzione del pacchetto europeo sull’economia circolare il Governo definisca una strategia e un piano nazionale che abbia al centro: mille nuovi impianti di riuso e riciclo, più controlli ambientali e dibattito pubblico nei territori, più semplificazioni e decreti End of waste, lo sviluppo del mercato dei prodotti riciclati») e più coinvolgimenti dei territori e delle comunità locali attraverso il dibattito pubblico.

«Ad esempio nel percorso legato alla realizzazione delle opere del PNRR prevedere l’obbligo di un confronto e un coinvolgimento dei territori permetterebbe anche di contenere la sindrome «nimby» dei cittadini (not in my backyard, non nel mio giardino) e il «nimto» degli eletti (not in my terms of office, non nel mio mandato)».

Le azioni per la Terra e l’impegno dei cittadini

Le azioni per la Terra non si esauriscono qui. Anche i cittadini possono fare la loro parte. Prima di tutto come cittadini “prosumer”, produttori e consumatori di energia rinnovabile, protagonisti di “un nuovo modello energetico sempre più distribuito, incentrato sulle fonti rinnovabili, in grado di contrastare in maniera determinante i cambiamenti climatici ma che permette anche alle famiglie di risparmiare sulla bolletta”.

I cittadini devono fare una corretta raccolta differenziata seguendo la regola delle tre R. Riduci: è fondamentale ridurre la produzione di rifiuti all’origine. Riusa: ogni prodotto va utilizzato più volte possibile. Ricicla: anche un rifiuto può essere una risorsa.

Ogni cittadini può agire scegliendo uno stile di vita più sostenibile, a partire da diversi campi – con la mobilità sostenibile, oppure optando per l’utilizzo delle rinnovabili, a partire dal proprio fornitore di energia.

I cittadini possono scegliere e curare gli orti urbani. Dal verde urbano incolto alle aree degradate e ai rooftop garden (l’agricoltura su tetti e terrazzi), dice Legambiente, «tutto può essere coltivato e trasformato in terreno per piante officinali e fiori, ortaggi e frutta da destinare al consumo familiare».

Last but not least, l’impegno per una spesa intelligente e sostenibile. «Fa bene all’ambiente, al Pianeta e al portafoglio e permette di evitare anche lo spreco di cibo – ricorda Legambiente – Tra i consigli alla base di una spesa intelligente e sostenibile: optare ad esempio per prodotti freschi, a km 0 e con pochi imballaggi».


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