La bussola dei diritti. L’insostenibile importanza dell’etica nell’Intelligenza Artificiale (Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

ChatGPT, Bard, Baidu e le altre, stanno entrando a gran velocità nel mercato e soprattutto nella nostra vita quotidiana come strumenti digitali intelligenti capaci di rispondere a tutti i nostri quesiti, facilitando così la nostra attività di lavoro, di studio e di svago o di ricerca delle più svariate informazioni.

Negli ultimi tempi il tema della Intelligenza artificiale fa sempre più notizia ed è al centro del dibattito europeo e internazionale, non solo per le potenzialità che esprime, ma anche per i rischi derivanti da un utilizzo poco consapevole dello strumento.

Temi cruciali di cui oggi si discerne, oltre alla privacy, sono l’etica e la regolamentazione dell’IA, necessaria per riuscire a governare in modo appropriato il fenomeno, senza lasciare che la rivoluzione digitale di cui siamo parte, ci travolga con le sue norme.

L’etica nell’Intelligenza artificiale

L’aspetto etico e l’aspetto regolatorio dell’Intelligenza Artificiale sono dunque, condizioni imprescindibili per garantire un utilizzo trasparente e consapevole della tecnologia intelligente. Basti pensare come ChatGPT sia riuscita a costruire ponti e a raggiungere in pochi giorni il suo primo milioni di utenti ( EXPLORING THE CHANGING AI LANDSCAPE From Analytical to Generative AI, IPSOS, aprile 2023) senza ragionare troppo sui nodi critici del dibattito attuale. Ciò che preoccupa è la velocità con cui si propaga questa nuova tecnologia la quale, tra l’altro, se si ripercorre l’avvento di internet, potrebbe rivelarsi obsoleta in poco tempo.

L’etica dunque, dovrebbe considerare i rischi che potrebbero derivare da un uso poco attento dell’IA da parte degli utenti e delle imprese (ad esempio una disinformazione attraverso la diffusione di fake news e la creazione di bolle mediatiche; un utilizzo dei dati in modo fraudolento; etc.) al fine di prevenirli.

Proprio sul tema etico si è mossa la SIpEIA – la Società Italiana per l’Etica dell’Intelligenza Artificiale – che ha di recente pubblicato un Manifesto su ChatGPT e gli altri Large Language Model.

Vero è che OpenAI, la società statunitense che gestisce ChatGPT, in ottemperanza alle richieste del Garante della privacy italiano, ha riaperto la piattaforma nel nostro Paese garantendo più trasparenza e più diritti ad utenti e non utenti europei.

Sull’aspetto regolatorio invece, si è un passo avanti se si considera che l’Unione Europea con il c.d. Artificial Intelligence Act – AI Act – proposto dalla Commissione Ue ad aprile 2021, introdurrà a breve la prima legislazione al mondo per governare l’Intelligenza Artificiale.


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Scrive per noi

Claudia Ciriello
Claudia Ciriello, cittadina attiva, da sempre dalla parte dei più deboli. Da anni impegnata in Cittadinanzattiva a tutela dei cittadini in particolare per l'area consumatori.E' stata responsabile del settore delle politiche della Conciliazione e del settore delle telecomunicazioni.Oggi si occupa anche dell'area salute.

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