
L'intrattenimento prima e dopo la pandemia e la voglia di live
L’intrattenimento in pandemia e dopo. Come cambia l’industria culturale italiana
In pandemia l’intrattenimento si è fatto digitale, ma con l’allentamento delle restrizioni torna la voglia di spettacoli ed eventi live. L’industria culturale durante la pandemia e dopo, secondo un approfondimento Nomisma
L’intrattenimento in pandemia si è fatto digitale. Ma non appena sono diminuite le restrizioni, fra gli italiani è (comprensibilmente) tornata la voglia di eventi dal vivo, che sono occasione di divertimento e di relax come pure di socialità. I canali digitali, così accelerati lo scorso anno, sono visti come un modo per facilitare la fruizione culturale e rendere gli eventi culturali, concerti, spettacoli, mostre e musei, più facilmente fruibili. Con il biglietto direttamente sullo smartphone o la prenotazione e il pagamento online.
L’industria culturale italiana, l’intrattenimento e lo stile di vita degli italiani (durante e dopo la pandemia) sono al centro di un approfondimento Nomisma che evidenzia i cambiamenti in atto in un settore, l’industria culturale e creativa, fortemente colpito dalla pandemia.

Lo stop dell’industria culturale nel 2020 e lo sviluppo dei canali digitali
Il coronavirus, ricorda Nomisma, ha fatto perdere ai musei circa 80 milioni di euro di fatturato, i cinema hanno perso quasi 120 milioni e gli spettacoli musicali 350 milioni. Le chiusure legate all’emergenza sanitaria hanno bloccato l’intero settore, il numero di spettacoli teatrali e cinematografici e i concerti dal vivo sono diminuiti del 69% rispetto al 2019, la spesa del pubblico è crollata di quasi l’80%.
È un’esperienza che hanno fatto tutti gli italiani. E che ha portato l’intrattenimento dentro le case, attraverso l’offerta di contenuti digitali che molti hanno sperimento più spesso di prima (del resto, non si poteva uscire di casa) o anche per la prima volta – come la visione di film e serie tv sulle piattaforme online.
«Nel corso del 2020 – spiega un approfondimento Nomisma – i canali digitali sono stati protagonisti di un forte sviluppo sia dal lato della domanda – con una consumer base che si è ampliata con tassi di crescita finora sconosciuti – sia dal lato dell’offerta – diventando per aziende e associazioni strumenti cruciali nella relazione con il pubblico. La crisi pandemica ha difatti accelerato il processo di digitalizzazione dei diversi settori dell’economia italiana; un’evoluzione che offre agli utenti la possibilità di accedere a contenuti e servizi in modo più personalizzato e flessibile».
L’intrattenimento online e @home
Gli italiani hanno fatto esperienza di intrattenimento online, come concerti e spettacoli.
Il 33% ha seguito dirette social in cui musicisti e cantanti si esibivano dalla propria casa. Il 13% ha partecipato a visite virtuali online a mostre, musei, siti Unesco e aree archeologiche. Il 6% ha visto spettacoli teatrali in streaming e il 4% ha assistito a concerti virtuali, direttamente dal proprio pc, pagando un biglietto.
L’intrattenimenti si è spostato a casa, @home. È aumentata la frequenza con cui gli italiani hanno visti film e serie tv sulle piattaforme online e a pagamento, quella con cui hanno visto la tv e il tempo sui videogiochi.
«Il 36% degli italiani -prosegue Nomisma – ha infatti incrementato la fruizione di film e di serie tv a pagamento e il 61% ha visto più spesso (o ha iniziato a farlo) film e serie tv su piattaforme online. Il 55% delle persone, inoltre, ha dichiarato di aver dedicato più tempo alla visione di programmi e film in televisione rispetto al 2019».
E molte di queste attività rimarranno stabili nei prossimi mesi.

Voglia di spettacoli dal vivo
Queste possibilità naturalmente non esauriscono lo spazio dell’intrattenimento. C’è voglia di live e di ritorno agli spettacoli e agli eventi dal vivo. In cima alla lista delle attività che gli italiani faranno appena possibile ci sono andare al cinema e andare al museo.
«L’allentamento delle restrizioni, d’altra parte, fa crescere negli italiani la voglia di assistere di nuovo agli eventi dal vivo: il 40% si dice pronto a tornare al cinema, 1 italiano su 3 a visitare un museo, il 30% è impaziente di assistere a un concerto live e 1 italiano su 6 ha intenzione di partecipare a uno spettacolo teatrale», dice Nomisma.
E il digitale? In tutto questo è soprattutto uno strumento per rendere più facile la fruizione dell’intrattenimento.
Gli italiani, spiega Nomisma, «considerano la tecnologia come uno strumento per facilitare l’accesso alla fruizione dei contenuti culturali, non come un elemento sostitutivo degli spettacoli dal vivo. Tra gli aspetti tecnologici più importanti vengono citati l’opportunità di ricevere il biglietto direttamente sullo smartphone (segnalata da 7 italiani su 10), di acquistare online i biglietti (importante o molto importante per il 69%) e di prenotare le attività online (rilevante per il 65%)».

Scrive per noi

- Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.
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