Piattaforme online, da domani si applica il Digital Services Act
Da domani, 17 febbraio, si applicherà a tutte le piattaforme online il Digital Services Act con norme sul contrasto ai contenuti illegali, sulla protezione dei minori e il divieto di pubblicità basata su dati sensibili
«Da domani le norme del Digitale Services Act si applicano a tutte le piattaforme online alle quali gli utenti dell’Ue accedono. Gli utenti, gli Stati membri e le piattaforme possono ora utilizzare gli strumenti previsti dalla legge sui servizi digitali per plasmare un mondo online più sicuro e trasparente. Si tratta di una grande pietra miliare che riflette i nostri valori e principi fondamentali dell’Ue». Così Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale, annuncia che da domani il Digital Services Act inizierà ad applicarsi a tutte le piattaforme online nella Ue – e ai servizi di hosting, come i cloud services.
Si tratta della “normativa fondamentale dell’Ue che mira a rendere l’ambiente online più sicuro, più equo e più trasparente”, come afferma Bruxelles.
Le misure per le piattaforme online
Tutte le piattaforme online con utenti nell’Ue, ad eccezione delle piccole e microimprese che impiegano meno di 50 persone e con un fatturato annuo inferiore a 10 milioni di euro, dovranno attuare una serie di misure per contrastare contenuti e merci illegali, proteggere i minori, dare informazioni trasparenti sulla pubblicità e vietare la pubblicità basata su dati sensibili.
Le piattaforme online devono dunque adottare una serie di misure per contrastare contenuti, beni e servizi illegali: devono fornire agli utenti i mezzi per segnalare contenuti illegali e cooperare con i “segnalatori attendibili”, entità specializzate le cui segnalazioni dovranno ricevere priorità dalle piattaforme.
L’altro obiettivo è quello di proteggere i minori, e questo comprende il divieto assoluto di renderli target di pubblicità basata sui loro dati personali e sulla profilazione. Sempre in tema di pubblicità, gli utenti dovranno ricevere adeguate informazioni sugli annunci pubblicitari, ad esempio la ragione per cui questi vengono mostrati e chi ha pagato per l’annuncio. Le piattaforme online dovranno poi agire per vietare la pubblicità basata su dati sensibili quali le convinzioni politiche, religiose e le preferenze sessuali.
Un’altra serie di azioni da attuare, da parte delle piattaforme, è quella di motivare agli utenti qualsiasi decisione di moderazione dei contenuti, come possono essere rimozioni dei post o sospensione dell’account; permettere l’accesso a meccanismi di reclamo contro le decisioni sui contenuti presi dalla piattaforma; pubblicare un rapporto almeno annuale sulle procedure di moderazione dei contenuti.