Smartphone, no grazie. E social con moderazione. Ecco il decalogo del Codacons per il bon ton da spiaggia
Aumenta la maleducazione da spiaggia? Dal Codacons arriva un vademecum con bon ton da seguire perché il relax in riva al mare sia per tutti. Telefonino no grazie, attenzione ai social network, no a ombrelloni che invadono lo spazio del vicino
Forse non saranno risse da spiaggia, ma qualche volta poco ci manca. Il vicino di ombrellone talmente vicino che finite per ascoltare tutti i suoi discorsi al telefono. Il telefonino, poi, non vi lascia mai da soli. Non il vostro, che magari tenete in qualche tasca interna del borsone da mare, ma proprio quello del vicino, che racconta ad alta voce l’ennesimo litigio col capo o un’intima questione di famiglia che diventa patrimonio della spiaggia intera, quasi fosse annunciato da un megafono. Per non parlare della partitella di calcio in spiaggia. Non sono bambini, sono giocatori di football attempati che si credono campioni ma non lo sono e così vi riempiono di pallonate un tiro ogni tre che fanno.
Vi sembrano situazioni familiari? Lo sono, perché in molti casi la spiaggia diventa luogo di esibizione di tutta una serie di comportamenti che a volte sfociano nella maleducazione, altre volte sono quantomeno indelicati. Almeno per chi vorrebbe rilassarsi al sole, o sotto l’ombrellone, senza essere costretto ad ascoltare la cronaca familiare del vicino di ombrellone o senza finire, non sia mai, nelle foto-ricordo di qualche sconosciuto che scatta fotografie a raffica da pubblicare sulla sua pagina Facebook. Voi che su Facebook neanche ci state, oppure che centellinate le immagini da pubblicare – e in ogni caso, avete deciso di fare una vacanza detox.
Un bon ton per la spiaggia
Per tutte queste situazioni, serve forse un bon ton da spiaggia. Qualcuno lo chiamerebbe semplicemente buon senso. O, parola desueta, buona educazione. Ma talvolta anche il buon senso va ricordato, specialmente se in pochi lo rispettano. E con l’obiettivo di rendere le vacanze più piacevoli per tutti, dal Codacons arriva un decalogo del “bon ton da spiaggia”. Con una premessa, che l’associazione fa.
«Negli ultimi anni, anche in virtù dell’avvento dei social network, la maleducazione “da spiaggia” è in pericoloso aumento – dice il Codacons – Troppi i bagnanti che al mare si comportano come se la battigia fosse tutta di loro proprietà e come se gli altri non esistessero, rovinando il relax dei vicini di ombrellone».
Smartphone e social, no grazie (o almeno, un po’ meno)
Il vademecum del Codacons mette al primo punto un netto “Telefonino? No grazie”. Lo smartphone è il primo nemico del relax.
«Al primo posto delle lamentele degli italiani c’era proprio lui, il telefonino. A quanto pare nemmeno in vacanza riusciamo a farne a meno – dice il Codacons – Ma al vicino di ombrellone, che magari sta cercando di fare un meritato riposino, non interessa sapere i fatti vostri. Se proprio non potete farne a meno, escludete la suoneria, i toni della tastiera e conversate almeno a voce bassa. Se volete ascoltare la radio, infine, fatelo con la cuffia».
In tempo di social network poi, sulla spiaggia è tutta una ripresa di foto e video che vengono condivisi online.
«Attenzione però perché gli altri bagnanti potrebbero non gradire essere ripresi in immagini, video e dirette, né essere fotografati a loro insaputa e finire sulla pagine Fb o Instagram altrui – avverte il Codacons – Si rischia inoltre di violare il diritto alla privacy e di commettere veri e propri reati».
Ognuno ha diritto allo spazio vitale
Lo spazio vitale sotto l’ombrellone e il comportamento in spiaggia e in acqua sono l’altro grande problema di molti bagnanti. “Fate largo, arrivo io”, ed ecco che si finisce per invadere l’ombrellone del vicino. Attenzione però, perché ogni persona ha diritto al suo spazio vitale e i passaggi al mare sono destinati a tutti e non vanno ingombrati.
Bocciato anche l’ingresso in acqua con “tonfi da barile” che riempiono di schizzi e spruzzi tutti quelli che stanno intorno. E non è bello da vedere neanche l’urlo di mamma e papà che richiamano da lontano i figli monelli.
«Se volete rimproverare vostro figlio o farlo uscire dall’acqua, non fatelo a distanza, urlando e disturbando il vicino che sta cercando di fare un pisolino. Alzatevi!».
Pallone e racchettoni, sì ma…
La spiaggia non è un campo di calcio né la destinazione finale di cicche di sigaretta e rifiuti. Anche in questo caso, si tratta di unire buon senso ed educazione.
«Se c’è uno spazio allestito allo scopo, ben venga una partitella, altrimenti ricordatevi che gli altri non sono contenti di ricevere le vostre pallonate in testa o sulla pancia. Stesso discorso per racchettoni o frisbee – dice il Codacons – Va bene fare il classico castello, ma c’è un limite a tutto. Se il bambino vuol fare la pista per le biglie non può occupare mezza spiaggia costringendo gli altri bagnanti a salti mortali per non rovinare la pista. Si alle gallerie, poi, ma no alle fosse!».
Sport d’acqua ok, ma basta con acquascooter rumorosi e barche a motore che arrivano fino a riva.
Non ci sarebbe neanche bisogno di ricordarlo, ma il mare non è una pattumiera, quindi le cicche di sigarette e la carta del gelato non vanno gettati sulla sabbia. E il nostro amico a quattro zampe, laddove è permesso portarlo in spiaggia, va tenuto vicino e al guinzaglio.