gel disinfettante mani

Coronavirus, si indaga sui prezzi alle stelle di disinfettanti e mascherine

La Procura di Milano ha deciso di aprire un fascicolo di inchiesta. Il Codacons ha spedito un esposto a 104 procure e all’Antitrust per indagare sui prezzi abnormi di mascherine e disinfettanti online. Angelini Pharma, l’azienda che produce l’Amuchina, condanna i rincari ingiustificati

Ci sono i prezzi dei disinfettanti che online sono schizzati alle stelle mentre nei negozi questi prodotti sono ormai introvabili. Ci sono le mascherine che sempre su internet vengono vendute a prezzi esorbitanti con la rassicurazione che siano addirittura adatte a proteggere contro il coronavirus. C’è il panico generalizzato dei cittadini, presi fra l’esigenza di protezione e il rischio di cadere in speculazioni di ogni tipo. E così si è mossa la Procura di Milano, che sul caso delle mascherine e dei disinfettanti venduti su internet a prezzi da gioielleria di lusso ha deciso di aprire un fascicolo d’inchiesta in cui si ipotizza l’accusa di «manovre speculative su generi di prima necessità» e «frode in commercio» per il momento contro ignoti.

La stessa azienda produttrice dell’Amuchina, uno dei gel di uso più comune e in pratica introvabile nei negozi, ha diffuso online una nota di condanna contro i rincari ingiustificati. La produzione è aumentata, rassicura, e non c’è nessuna variazione di prezzo nei canali diretti di vendita.

 

coronavirus

 

Angelini Pharma: ferma condanna verso rincari ingiustificati

La nota compare appena ci si collega al sito internet dell’Amuchina, uno dei prodotti igienizzanti più cercati in questi giorni. Online sui principali siti di ecommerce gel e disinfettanti da un litro hanno raggiunto prezzi alle stelle. Angelini Pharma rassicura prima di tutto di aver aumentato la produzione per rispondere all’accresciuta richiesta di prodotti igienizzanti per mani e superfici.

«La percezione dell’emergenza del diffondersi del virus ha portato quindi a un incremento della richiesta di Amuchina, che l’Azienda è impegnata a soddisfare sia aumentando la propria capacità produttiva sia riorganizzando le attività industriali al fine di dedicarsi prevalentemente alla produzione di disinfettanti. In particolare Angelini Pharma ha aumentato la produzione nello stabilimento di Ancona e ha focalizzato la fabbrica di Casella sulla produzione di disinfettanti esternalizzando i detergenti».

Si sofferma poi sul caso dei prezzi abnormi.

«Angelini Pharma ritiene opportuno precisare che il prezzo ai propri canali diretti di tutti i prodotti a marchio Amuchina è rimasto invariato e non ha subito alcuna variazione rispetto al periodo pre-epidemia da Coronavirus. L’Azienda è totalmente estranea a ad alcuni ingiustificati rincari rilevati dai consumatori e segnalati anche dai media, verso i quali esprime una ferma condanna confermando di adoperarsi costantemente per assicurare che il prodotto raggiunga esclusivamente fornitori qualificati».

 

 

Codacons: esposto a 104 procure e all’Antitrust

Nel frattempo, alla luce dei rincari, il Codacons ha presentato a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, alla Guardia di Finanza e all’Antitrust l’esposto per i listini esorbitanti e le speculazioni sui prezzi di gel igienizzanti e mascherine venduti sul web. Il monitoraggio dell’associazione sui siti di vendita online parla di rincari fino al 1700% per le mascherine e fino al 650% per i gel igienizzanti per le mani. Nell’esposto, l’associazione chiede di oscurare le pagine dei portali di vendita online dove si pubblicizzano prodotti collegati all’emergenza Coronavirus a prezzi stratosferici.

«Ricordiamo che sul web i listini di gel igienizzanti hanno subito rincari fino al +650%, mentre per le mascherine gli aumenti dei prezzi raggiungono quota +1700%, realizzando una inaccettabile speculazione sulle paure degli italiani – afferme il presidente Carlo Rienzi – Quanto all’annuncio del Governo di norme contro il caro-mascherine, ricordiamo che in Italia esiste già una legge, la 231 del 2005, che combatte i prezzi “anomali” nel settore agroalimentare: basterebbe estendere tali norme a tutti i prodotti e applicare la normativa anche al web, per stroncare sul nascere ignobili speculazioni sui listini».

Il Codacons, si legge nell’esposto, ha chiesto «all’Autorità Giudiziaria di disporre tutti gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti, valutando tutti i profili di illiceità penale degli stessi e, conseguentemente, individuare i responsabili e procedere nei loro confronti nonché di disporre una immediata verifica sul livello dei prezzi dei prodotti legati all’emergenza “Coronavirus” ed impedire vergognose speculazioni, e di procedere ad oscurare tutti i siti che consentono ignobili speculazioni alimentate da un clima di preoccupazione per la salute dei cittadini. All’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si CHIEDE che provveda ad avviare istruttoria tesa a sanzionare tutte le pratiche commerciali scorrette poste in essere a danno dell’Utenza e, cautelativamente, intervenga nell’immediato per impedire che il protrarsi di siffatte speculazioni arrechi ulteriori danni ai Consumatori».


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