Immuni, oggi il lancio dell’App. Poi la sperimentazione in 4 regioni
La possibilità di installare Immuni è da subito data a tutta l’Italia ma la “sperimentazione” riguarderà solo 4 regioni (Puglia, Abruzzo, Marche, Liguria) e partirà il 3 giugno
Oggi è il giorno di Immuni, l’applicazione anti Coronavirus utile per il tracciamento dei contagi. Da questo pomeriggio, salvo ritardi dovuti agli ultimi controlli e verifiche soprattutto da parte del Garante della Privacy, è possibile scaricare l’App dagli store Apple e Android.
Immuni, il test in 4 regioni
La possibilità di installarla è da subito data a tutta l’Italia ma la “sperimentazione” riguarderà solo 4 regioni (Puglia, Abruzzo, Marche, Liguria) e partirà il 3 giugno.
La fase di test dell’applicazione potrebbe durare 10 giorni o poco più, molto dipenderà dall’insorgenza di eventuali problemi rilevabili solo con l’uso dell’applicazione. Così facendo, Immuni dovrebbe entrare a pieno regime al massimo entro la metà del mese di giugno.
L’obiettivo è comprendere se l’app interagisce in maniera adeguata con i diversi sistemi sanitari regionali.
Vale a dire con le strutture reali su cui poggia il sistema di monitoraggio. Il compito di Immuni infatti, consiste solo nel tenere traccia dei contatti avvenuti tra due smartphone con l’app installata e, nel caso, notificare l’esposizione al contagio.
Come si usa Immuni
L’utilizzo dell’App promette di essere semplice: una volta installata basterà inserire pochi dati, come il proprio Comune di residenza, e il sistema funzionerà in automatico.
Saranno quindi gli smartphone sui quali è presente l’App – quando si troveranno a una distanza inferiore a un metro – a scambiarsi dei codici generati automaticamente e in maniera anonima.
Niente gps né geolocalizzazione, le funzioni di Immuni vengono assolte utilizzando solo il sensore Bluetooth dello smartphone, così come previsto all’interno del codice sorgente reso pubblico in rete pochi giorni fa.
Questioni di privacy
Inoltre, seguendo il cosiddetto modello Apple-Google, le informazioni saranno anonimizzate e quindi non riconducibili ai cittadini. Solo nel caso in cui l’utente risulti positivo alla Covid19 e ci sia necessità di ricostruire la catena dei contatti intercorsi nei 14 giorni precedenti, le informazioni saranno trasferite su un server pubblico (gestito da Sogei) e quindi acquisite dai sistemi sanitari che si occuperanno di gestire le fasi successive.
Attenzione alle truffe
Mentre si aspetta il lancio ufficiale, il mondo del deep web e del dark web si è già dato da fare inviando una serie di mail “fake” che invitano a scaricare l’App Immuni. Le mail in questione riconducono ad un sito internet che graficamente è del tutto simile a quello della Federazione Ordine Farmacisti Italiani (ovviamente estranea ai fatti) ma che in realtà è la base d’appoggio per una truffa vera e propria.
I mal capitati, infatti, si sono viste criptati tutti i file presenti nel dispositivo utilizzato per il finto download. Unico modo per recuperare i propri dati è pagare 300 euro in bitcoin.
Occorre quindi fare attenzione e affidarsi solo a messaggi ufficiali provenienti da fonti affidabili che, al momento del lancio di Immuni, non mancheranno di indicare le modalità corrette per scaricare l’applicazione in sicurezza.