Licenze taxi e caro-voli, via libera dalla Camera al Dl Asset
Il Dl Asset, che contiene misure in materia di licenze taxi e caro-voli, ha avuto l’ok definitivo alla Camera. Per l’UNC il decreto legge è un’occasione perduta, il Codacons si dichiara pronto a denunciare quei comuni che non si attiveranno per aumentare il numero delle licenze taxi
È arrivato l’ok definitivo della Camera al Dl Asset, che prevede anche misure in materia di licenze taxi e caro-voli.
Come affermato dal ministro Urso in una nota, il decreto “rafforza le misure per avere più licenze taxi, aumentando la platea dei Comuni destinatari”.
“Ho appena scritto agli oltre 60 sindaci che potranno da subito realizzare concorsi straordinari per le nuove licenze taxi, senza alcun vincolo, in 15 giorni. 1.500 licenze in più a Roma, oltre 1.000 a Milano – ha commentato il ministro Urso -. Per i titolari di licenza sarà finalmente possibile accedere, da subito, allo strumento della seconda guida, oltre a una seconda licenza temporanea per due anni in occasione di grandi eventi, dal Giubileo 2025 alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, con vetture più efficienti ed ecologiche”.
“Riguardo le misure contro il “caro-voli” – ha proseguito Urso – sono certo che anche le autorità di controllo, Antitrust, Enac e Autorità per la regolamentazione dei trasporti, utilizzeranno appieno i nuovi poteri che abbiamo loro conferito, per tutelare gli utenti a fronte di algoritmi che violano la privacy e per contrastare i fenomeni distorsivi di mercato sui prezzi dei biglietti aerei, ponendo fine all’asta delle tariffe. La recente decisione del Parlamento Europeo sul sovrapprezzo del bagaglio a mano e l’istruttoria dell’Autorità garante per la concorrenza al mercato nei confronti delle pratiche distorsive di Ryanair ci rassicurano che siamo sulla strada giusta”.
Dl Asset, UNC: occasione perduta
Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, “il Parlamento non ha migliorato il decreto legge varato dal Governo, che resta, quindi, un provvedimento spot inutile”.
“Si tratta o di cose inutili o di un riciclo di cose vecchie già sperimentate e fallite miseramente. I Comuni e le Regioni da anni possono aumentare a piacimento le licenze, peccato che, essendo ostaggi dei tassisti, non lo abbiano praticamente mai fatto. Quanto alle licenze di taxi aggiuntive temporanee per fronteggiare incrementi della domanda, è già previsto fin dalla prima lenzuolata Bersani, ossia dal 2006, con il decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, dove fin da allora era previsto, e lo è tuttora, che i Comuni possono rilasciare titoli autorizzatori temporanei per fronteggiare eventi straordinari”, prosegue Dona.
Per Dona, quindi, “sarebbe servito, ad esempio, eliminare i vincoli territoriali, in modo che sia i tassisti che gli Ncc possano svolgere il servizio dove vogliono, oppure eliminare per gli Ncc l’assurdo obbligo di rientro in rimessa che ancora parzialmente permane nonostante una sentenza della Consulta”.
“L’unica cosa positiva, lato consumatori, è l’intervento sugli algoritmi, ma anche in questo caso si ci limita a rimandare la palla all’Antitrust e non per le ipotesi di pratica scorretta come chiedevamo, ma solo per le ipotesi di abuso di posizione dominante o di intesa restrittiva della concorrenza, per le quali, a nostro avviso, l’Antitrust poteva già intervenire”, conclude Dona.
Codacons: pronti a denunciare sindaci che non aumenteranno le licenze
Dopo l’approvazione definitiva del Dl Asset, il Codacons si dichiara pronto a denunciare quei comuni che non si attiveranno per aumentare il numero delle licenze taxi.
“I sindaci delle principali città italiane dove si riscontra una grave carenza di taxi non hanno più scuse, e devono attivarsi per aumentare fino al 20% le licenze sul territorio – spiega il Codacons – A Roma come a Firenze o a Napoli si assiste da anni ad un servizio del tutto insoddisfacente e inadeguato rispetto alla domanda, con i sindaci che hanno utilizzato la scusa delle difficoltà burocratiche nel rilascio di nuove licenze per rimandare la soluzione del problema, in modo da tenere buona quella parte di elettorato garantita dai tassisti”.
“Oggi questo, anche grazie alle novità introdotte col Dl Asset, non è più possibile, e i comuni non hanno più alcuna attenuante: per questo se i sindaci delle città dove si registra una carenza di taxi non avvieranno le procedure per il rilascio di nuove licenze, saranno denunciati dal Codacons alle competenti procure per i possibili reati di rifiuto di atti d’ufficio e interruzione di pubblico servizio”, conclude l’associazione.
