
Carne, rincari medi del 7%. E le famiglie riducono gli acquisti (fonte foto pixabay)
Carne, rincari medi del 7%. E le famiglie riducono gli acquisti
La denuncia di Federconsumatori: sempre più italiani rinunciano alla carne mentre i prodotti rincarano tutti, dal 3% al 9%
I rincari colpiscono tutto il carrello della spesa. Oltre alla pasta, al pane e al latte, rincara la carne. I prezzi sono aumentati in media del 7% con punte fino al 9% rispetto allo scorso anno. La continua rincorsa dei prezzi sta cambiando il carrello della spesa: alla ricerca di risparmio, infatti, molti sono costretti anche a tagliare sugli acquisti. Secondo Federconsumatori le famiglie durante l’anno hanno già ridotto gli acquisti di carne di circa il 16%. Ma il cambiamento nelle abitudini di consumo è anche maggiore, perché per far tornare i conti in molti saranno costretti ad abbassare la qualità della carne che comprano.

Carne, prezzi in aumento
Sono questi i timori espressi da Federconsumatori, che punta i riflettori sui rincari di carne e prodotti derivati. Il monitoraggio dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori evidenzia che in media i costi della carne sono aumentati del +7% rispetto al 2021, con picchi dell’8-9%.
A crescere maggiormente, dice Federconsumatori, sono il petto di pollo a fette e i bocconcini di pollo pronti (+9%), salgono anche i prezzi di cordon bleu, spezzatino di bovino e arrosto di vitello (+8%).
Più 7% per i prezzi di fettine o filetto di bovino, macinato di vitello, petto di pollo intero, macinato di suino. Più 6% per i prezzi di macinato e bistecca di bovino, hamburger di tacchino, lombatine e costine di suino.
I rincari, spiega l’associazione, sono motivati sicuramente dal caro-energia, ma anche dal forte rialzo dei costi dei mangimi utilizzati negli allevamenti (cresciuti di oltre il 49% rispetto al 2021).
Carne, rincari e abitudini di consumo dei consumatori
I rincari sul carrello della spesa e sulla carne destano preoccupazione perché sono destinati a stravolgere le abitudini. Il consumo di carne, dice Federconsumatori, è già diminuito e le famiglie nel corso dell’anno hanno ridotto gli acquisti in questo comparto del 16,8%. La dinamica è “allarmante” anche perché «fornisce una forte spinta al ribasso della qualità del prodotto e alla crescita delle emissioni inquinanti», aggiunge Federconsumatori.
Che spiega: «Di fronte a tale situazione, infatti, i piccoli allevamenti sono fortemente penalizzati e sempre più vicini al rischio di cessazione della propria attività: gli unici che riescono a sostenere costi così elevati sono gli allevamenti intensivi, quelli in cui, spesso, le condizioni degli animali passano in secondo piano, così come la qualità dei mangimi utilizzati. In tal senso sarebbe necessario avviare, anche in Italia, maggiori controlli».
Cosa fare? Federconsumatori chiede di azzerare l’Iva su pasta pane e latte e di portarla al 4% su carne e pesce. «Si tratta di un’operazione fondamentale per sostenere le famiglie in un momento così delicato e difficile, senza costringerle a troppe rinunce e a modificare i propri consumi scegliendo prodotti più economici quali carni bianche e legumi – dice l’associazione – Grazie alla riforma da noi proposta, che prevede una attenta rimodulazione delle aliquote, una famiglia media (di 2,5 componenti) otterrebbe un risparmio annuo di 531,57 euro».
