
Bike sharing, costi e qualità dei servizi. L'indagine di Altroconsumo
Bike sharing, costi e qualità dei servizi in Italia. L’indagine di Altroconsumo
Secondo l’indagine, ToBike a Torino e BiciPa a Palermo sono le alternative di bike sharing più economiche, Jump by Uber a Roma la più cara. Ma l’82% dei cittadini si dichiara insoddisfatto
L’utilizzo del bike sharing come strumento di mobilità alternativa è sempre più diffuso in Italia. Un servizio sia pubblico che privato, di cui i cittadini possono usufruire con due modalità: le biciclette si possono trovare in spazi appositi prestabiliti, in cui vanno riposizionate al termine della corsa, oppure possono essere localizzate e sbloccate tramite App.
Ma i servizi in Italia sono efficienti? A questa domanda risponde Altroconsumo, che ha realizzato due indagini, su qualità e costi del bike sharing in diverse città italiane.
Bike sharing, a Torino e Palermo i servizi più convenienti
Nel mese di maggio Altroconsumo ha rilevato, in 8 città italiane, le tariffe dei maggiori operatori, ipotizzando un uso del servizio per due volte a settimana per 10 minuti. Questa ipotesi è stata applicata a due possibili scenari: l’abbonamento annuale e l’uso saltuario.
Secondo i dati emersi dall’indagine, gli abbonamenti annuali sono in generale i più convenienti. ToBike a Torino e BiciPa a Palermo sono le alternative più economiche (25€), mentre Jump by Uber a Roma la più cara.
Per quanto riguarda, invece, l’uso saltuario, Mobike è il servizio più conveniente a Milano, Bologna e Firenze, con un costo di 2€. Tuttavia, la stessa piattaforma nella città di Genova risulta essere la più cara con una spesa di 6€.

Prova qualità, l’82% dei cittadini è insoddisfatto
Tra settembre e ottobre del 2019, inoltre, Altroconsumo ha chiesto a un campione di 3.832 persone, in 10 città italiane, un giudizio sull’utilizzo del bike sharing in città. Le opinioni dei ciclisti emerse dal sondaggio non sono incoraggianti: solamente a Milano, Bologna e Firenze si supera la sufficienza. Verona la raggiunge a malapena, per Torino il giudizio è appena sotto la sufficienza mentre a Palermo, Roma e Genova si riscontra una forte insoddisfazione.
Ma quali sono i motivi a monte? Secondo l’analisi dell’associazione le criticità emerse sono diverse, ma le principali riguardano le condizioni in cui i ciclisti si trovano a pedalare: traffico, cattive condizioni del manto stradale, poche piste ciclabili, inquinamento.
“La strada da percorrere è ancora lunga – spiega l’associazione – e il servizio di bike sharing potrà funzionare solamente se integrato in una strategia più ampia di mobilità sostenibile in città, ad esempio incrementando il numero di piste ciclabili e le zone a velocità limitata”.
Scrive per noi

- Mi sono laureata in Scienze Internazionali con una tesi sulle politiche del lavoro e la questione sindacale in Cina, a conclusione di un percorso di studi che ho scelto spinta dal mio forte interesse per i diritti umani e per le tematiche sociali. Mi sono avvicinata al mondo consumerista e della tutela del cittadino nel 2015 grazie al Servizio Civile. Ho avuto così modo di occuparmi di argomenti diversi, dall'ambiente alla cybersecurity e tutto ciò che riguarda i diritti del consumatore. Coltivo da anni la passione per i media e il giornalismo e mi piace tenermi sempre aggiornata sui nuovi mezzi di comunicazione. Una parte della mia vita, professionale e non, è dedicata al teatro e al cinema.
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