In Italia “scatole di cemento senza abitanti”. Legambiente: subito una legge sul consumo di suolo
Davanti ai dati Ispra sul consumo di suolo che avanza, Legambiente torna a chiedere che si approvi una legge sul consumo di suolo. In un paese in calo demografico come l’Italia, afferma l’associazione, “si costruiscono scatole vuote di cemento senza abitanti”
“Il consumo di suolo cresce in un paese in calo demografico, si costruiscono scatole vuote di cemento senza abitanti”. È l’immagine scelta da Legambiente davanti ai dati dell’Ispra sul consumo di suolo in Italia. Un fenomeno che avanza a un ritmo di quasi 2,5 metri quadrati al secondo e che contrasta con la necessità di fronteggiare la crisi climatica. E invece si continua a consumare e a rendere impermeabile il già fragile territorio italiano. Legambiente torna anche a chiedere che si approvi la legge sul consumo di suolo, che si è arenata da tempo in Parlamento. L’unico dato positivo è che nelle prossime settimane si occuperà della direttiva suolo il Parlamento europeo.
Consumo di suolo, corsa al cemento
«Preoccupano i dati in crescita del consumo di suolo in Italia fotografati oggi dall’annuale report di ISPRA. Una corsa al cemento che accelera negli anni post pandemia in un Paese in calo demografico e dove la gran parte dei suoli persi è stata sottratta alle superfici agricole, con una perdita di servizi ecosistemici, incluso quello della produzione agricola. Di fronte a questo quadro – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente – torniamo a ribadire l’urgenza per l’Italia di approvare una legge contro il consumo di suolo, in stallo da anni in Parlamento, e su cui ci aspettiamo dal Governo Meloni delle risposte concrete. In attesa di ciò, al momento l’unico elemento di speranza è la ripresa del dibattito europeo sulla direttiva suolo che nelle prossime settimane sarà discussa dal Parlamento UE. L’auspicio è che si rafforzi la timida proposta della Commissione Europea e che si arrivi ad una approvazione entro la scadenza del mandato».
Tutelare il suolo a livello europeo, dunque. Anche se poi serve una governance nazionale efficiente dei territori. E l’Italia, conclude Ciafani, «è sicuramente tra i Paesi europei in cui il suolo è maggiormente minacciato, non solo dall’eccessiva urbanizzazione, ma anche dai rischi di erosione e di desertificazione connessi alla crisi climatica».
«Negli ultimi cinque anni – prosegue Damiano Di Simine, coordinatore della presidenza del comitato scientifico nazionale di Legambiente – il numero dei residenti italiani è diminuito di quasi 1,5 milioni di unità, come a dire la popolazione delle Marche, ma nello stesso periodo di tempo in Italia il suolo urbanizzato è cresciuto di 32.000 ettari: è come se in Italia fosse stato costruito l’equivalente di 4 città di Milano fatte di scatole di cemento senza abitanti!».