
Junker lancia #disimballati per ridurre gli imballaggi (Immagine Junker app)
Meno imballaggi è meglio, Junker lancia la campagna #disimballati
L’app Junker lancia la campagna #disimballati: ecco come i consumatori possono ridurre gli imballaggi in quattro mosse
Oltre che differenziare i rifiuti, è meglio produrne meno. E per produrre meno rifiuti un passo importante è agire sugli imballaggi. Possono farlo anche i consumatori, scegliendo prodotti con imballaggi riciclabili (ma occhio al greenwashing), ridotti, più leggeri. #disimballati: così si chiama la campagna lanciata da Junker, app specializzata nella raccolta differenziata, che ha lanciato con questo hashtag la sua nuova iniziativa, volta alla riduzione degli imballaggi. Che rappresentano il 95% delle frazione plastica raccolta, ad esempio, e il 92% per il vetro.
La campagna #disimballati
Crescono le frazioni di rifiuti urbani differenziati (nel 2021 hanno sfiorato i 19 milioni di tonnellate, pari al 64% – fonte: Ispra) e, grazie all’impegno dei cittadini, migliora anche la qualità della raccolta differenziata – ricorda Junker – ma in Italia si continuano a generare tanti, troppi rifiuti e nel 2021 la produzione pro capite è tornata al di sopra dei 500 kg l’anno (in aumento del 2,3% rispetto al 2020).
«Differenziare i rifiuti è importante, ma non basta», dice Noemi De Santis, responsabile comunicazione di Junker.
La piattaforma ha allora deciso di aumentare il proprio impegno per la sostenibilità, lanciando #disimballati, una campagna per sensibilizzare gli italiani sulla prevenzione dei rifiuti e aiutarli a ridurne la produzione con quattro accorgimenti.
«La nostra app lavora per aiutare cittadini e PA a gestire in modo più responsabile ed efficiente i rifiuti urbani. Sul fronte della differenziata, in moltissimi territori, abbiamo già innescato un cambio di passo – ha detto De Santis – In tutta Italia sono oltre 2 milioni e mezzo le famiglie alle quali abbiamo insegnato a differenziare in modo corretto i propri rifiuti. E questo continueremo a farlo. Siamo però consapevoli che, come stabilito dall’Unione Europea, il riciclo è solo a metà della gerarchia dei rifiuti: prima vengono il riuso e la prevenzione. Con questa campagna vogliamo, appunto, alzare l’asticella della sostenibilità per i nostri utenti».
Quattro mosse per ridurre gli imballaggi
Anche un cambiamento nelle abitudini dei consumatori può spingere i produttori verso imballaggi più leggeri e riciclabili.
Il primo consiglio per ridurre l’impronta ecologica è quello di comprare prodotti sfusi – prodotti che non hanno imballaggi. Le alternative “no packaging” riguardano alimenti, cosmetici, prodotti per la pulizia. In base alla Legge n. 1411 del 2019, è possibile utilizzare i propri contenitori portati da casa, “purché riutilizzabili, puliti e idonei per uso alimentare”, ricorda l’app. C’è però da riconoscere che i punti vendita di prodotti sfusi non sono presenti ovunque e l’acquisto sfuso, che qualche anno fa era più diffuso, sembra ora molto limitato. Cosa frena la diffusione dei punti vendita e il consumo di prodotti sfusi? Junker app insieme al magazine EconomiaCircolare.com e Sfusitalia ha lanciato un sondaggio dal titolo Ma quanto sei sfuso? per conoscere le abitudini e le opinioni degli italiani su questo tema. Ad oggi circa 5500 persone hanno già compilato il questionario, che è ancora disponibile a questo link.
Il secondo passaggio è quello di comprare prodotti con imballaggi ridotti o più leggeri, perché un imballaggio più leggero, a parità di contenuto, produce meno rifiuti. Ed è, dunque, un’opzione più sostenibile. “Per riconoscerlo, è utile soppesare prodotti della stessa tipologia ma di brand diversi. Oppure controllare se sulla confezione è indicata una riduzione dell’imballaggio rispetto alle versioni precedenti del prodotto – dice l’app – Attenzione: è importante che sia indicato un termine di paragone, altrimenti potrebbe trattarsi di un mero greenwashing!”.
Un’altra opzione è quella di acquistare prodotti con imballaggi meno complessi, cioè con poche componenti da smaltire, o, meglio ancora, monomateriale. Infine comprare prodotti che hanno imballaggi riciclabili. “Laddove possibile, è infatti preferibile evitare di acquistare prodotti con packaging non riciclabili, prediligendo quelli i cui imballaggi possono invece essere trasformati in materie prime seconde per l’economia circolare”.

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