Effetto Covid sullo spettacolo, nel 2020 è tracollo per cinema, teatro e concerti
L’effetto Covid sullo spettacolo è un bollettino di guerra. Nel 2020 gli eventi sono crollati di oltre il 69%, gli ingressi di oltre il 72%, la spesa del pubblico di oltre l’82%. La Siae: il mondo dello spettacolo paga un prezzo altissimo
L’effetto Covid sullo spettacolo è un “bollettino di guerra”. Nel 2020 tutti i numeri che fotografano l’andamento dello spettacolo segnano un tracollo: sono andati giù eventi, spesa al botteghino, spesa del pubblico. Si tratta di dati attesi, considerato che dal lockdown in poi cinema, teatri, musei, spettacoli dal vivo sono stati chiusi oppure (nel periodo estivo) hanno riaperto ma con molte limitazioni, solo parzialmente e nemmeno tutti.
«La crisi epocale determinata dall’emergenza sanitaria e dalle conseguenti misure per contrastarla sta facendo pagare un prezzo altissimo al settore dello spettacolo», dice Mogol, presidente della Siae (Società italiana autori ed editori).
L’effetto Covid sullo spettacolo: un tracollo
La Siae ha diffuso oggi i dati 2020 che evidenziano il prezzo pagato dallo spettacolo con l’emergenza coronavirus.
L’effetto Covid sul mondo dello spettacolo è un tracollo: nel 2020 «gli eventi sono diminuiti del 69,29%, gli ingressi hanno segnato un calo del 72,90%, la spesa al botteghino è scesa del 77,58% mentre la spesa del pubblico ha avuto una riduzione dell’82,24%».
I primi due mesi dell’anno, quando ancora non c’era l’emergenza sanitaria, in realtà erano partiti bene. Gli spettacoli erano cresciuti di oltre il 3% e gli ingressi di oltre il 15% grazie a una grande partecipazione del pubblico. Andavano bene le mostre e andava bene il cinema.
«Nel periodo dal 1° gennaio al 22 febbraio 2020 hanno riportato il più alto incremento in termini di eventi le mostre (+ 9,51%) ed il cinema (+6,75%), grazie anche all’uscita in sala del film “Tolo Tolo”. I concerti, invece, hanno registrato una timida crescita in termini di offerta (+ 1,21%) ma un forte incremento della spesa al botteghino (+26,54%)».
C’è stata poi l’emergenza coronavirus. Che ha chiuso tutto e azzerato il settore. Da marzo 2020 tutti i luoghi della cultura sono stati chiusi e sono stati annullati tutti gli spettacoli. Da maggio e per il periodo estivo c’è stata una parziale riapertura. Da giugno è stato possibile svolgere spettacoli in sale teatrali, sale da concerto, cinema e in altri spazi, sebbene con una diminuzione della capienza massima. A ottobre 2020 sono tornate le limitazioni. Il mondo dello spettacolo ha dunque vissuto il suo anno più nero e tutti i numeri sono andati giù.
Per lo spettacolo è un bollettino di guerra
«In un periodo in cui stiamo combattendo una battaglia durissima contro un nemico invisibile i nostri dati somigliano ad un vero e proprio bollettino di guerra – dice il direttore generale Siae Gaetano Blandini – È importante capire anche quali conseguenze lascerà questa lunga e difficile fase sulle abitudini delle persone quando sarà possibile tornare alla normalità».
L’effetto Covid sullo spettacolo dice che, nel 2020, l’attività cinematografica segna un crollo del 70,86% degli ingressi e, parallelamente, un calo della spesa al botteghino del 71,55%.
Il teatro ha perso oltre il 70% degli ingressi rispetto al 2019 e ha subito il tracollo del 78,45% della spesa al botteghino.
Musica e concerti, che insieme al teatro vivono di presenza, segnano un tracollo dell’83,19% degli ingressi a cui corrisponde un crollo dell’89,32% della spesa al botteghino.
Si è fermato anche lo sport. Gli ingressi si sono ridotti del 77,50% mentre la spesa al botteghino è diminuita dell’83,96% rispetto al 2019. Sono andate in crisi le attività di ballo e lo spettacolo viaggiante, quest’ultimo con numeri solo un po’ più contenuti. Il 2020 è stato un anno nero per mostre ed esposizioni, che hanno subito una riduzione del 77,90% degli ingressi e del 76,70% della spesa al botteghino.
Lo spettacolo ha pagato un prezzo altissimo
Lo spettacolo ha insomma pagato un prezzo altissimo all’emergenza Covid. Dice il presidente Siae Mogol: «La crisi epocale determinata dall’emergenza sanitaria e dalle conseguenti misure per contrastarla sta facendo pagare un prezzo altissimo al settore dello spettacolo, di cui fanno parte quei creatori di felicità per la nostra collettività che sono i compositori e gli artisti della musica, del cinema, del teatro e della letteratura nonché i lavoratori che ne supportano l’attività. La diffusione della cultura è essenziale non solo per l’economia italiana ma per la stessa qualità della vita e per questo rappresenta qualcosa di più di uno dei tanti settori da salvare nell’attuale situazione».