Scuola in presenza, EducAzioni: è l’unica opzione a settembre
“La pazienza è finita”, denuncia la Rete EducAzioni, e la scuola in presenza a settembre è l’unica opzione disponibile. L’appello al Governo perché agisca in questa direzione. È molto grave che, dopo un anno e mezzo di pandemia e due anni scolastici affrontati in modo emergenziale, siamo ancora al punto di partenza».
La scuola in presenza a settembre è «l’unica opzione disponibile». Dopo due anni scolastici di emergenza, non è neppure ipotizzabile che si torni al punto di partenza e non ci sia la garanzia che tutte le scuole, di ogni ordine e grado, non riaprano in presenza.
«La pazienza è finita», dice la rete EducAzioni, che chiede con forza al Governo di agire nella direzione di una scuola in presenza a settembre. «Non ci sono alternative efficaci alla scuola in presenza».
La scuola e la pandemia
La richiesta di EducAzioni è anche un allarme su quanto il mondo della scuola sia stato penalizzato dalla pandemia, con le chiusure più lunghe d’Europa e il rischio che la situazione di emergenza si prolunghi ancora.
Ci sono i risultati drammatici dei test Invalsi. C’è l’incubo della Dad, che non è un problema in sé ma che ha amplificato le disuguaglianze già esistenti nelle condizioni di partenza degli studenti, che non sono uguali e che non trovano conforto nella scuola. Ci sono infatti famiglie che non hanno sufficiente tecnologia, pc e tablet per i figli. Ci sono case piccole e inadeguate per mettere insieme lavoro e dad di più studenti. Ci sono competenze digitali diverse e situazioni familiari diverse che ostacolano il supporto ai figli nella didattica a distanza.
E c’è un elenco di cose che non sono state fatte – dopo tutti questi mesi di pandemia – e che rappresentano al contrario l’agenda delle azioni essenziali, dal trovare nuovi spazi scolastici al ridurre il numero degli studenti per classe, fino ad affrontare il tema dei trasporti (si dice dall’inizio dell’emergenza e la questione è ancora lì).
Denuncia la rete EducAzioni che «a metà luglio nulla ancora è stato approntato per garantire che tutte le scuole italiane in ogni grado scolastico, incluse le secondarie di II grado, possano riaprire in presenza con tutte le necessarie garanzie di sicurezza per la salute e le possibilità di apprendimento di bambine/i e adolescenti. Al punto che, nonostante lo stesso CTS ne abbia denunciato l’effetto negativo non solo sugli apprendimenti, ma anche sul benessere psicologico, non viene esclusa la possibilità di un ritorno alla DaD. È molto grave che, dopo un anno e mezzo di pandemia e due anni scolastici affrontati in modo emergenziale, siamo ancora al punto di partenza».
Il ruolo della scuola in Italia
Tutto questo non può che chiamare in causa un tema di fondo: il ruolo della scuola.
«Bar, ristoranti, piscine, discoteche, turismo sono certo importanti, ma la scuola è indispensabile al Paese – prosegue la Rete – Non è accettabile che in un paese civile, tra i più ricchi al mondo, la preoccupazione prevalente, se la salute pubblica è a rischio, siano le compatibilità con le attività commerciali, non anche e soprattutto l’educazione delle giovani generazioni. Non è solo questione di DaD».
La Rete rivendica il ruolo della scuola, perché «un Paese benestante e ignorante è destinato al declino».
«La pandemia ha solo peggiorato una situazione già compromessa. Oggi non abbiamo più margini di resilienza. Le perdite di apprendimento e socialità hanno toccato tutti, ma la DaD ha amplificato le disuguaglianze: nella disponibilità di dispositivi, nella adeguatezza delle abitazioni, nelle capacità di sostegno da parte dei genitori, nella qualità e disponibilità di relazioni. Ha anche troppo spesso riprodotto tutti i vizi della didattica trasmissiva. Ripercorrere i passi già compiuti sarebbe oggi irresponsabile, per chi ha il dovere di ridare un futuro a questo paese».
“Non ci sono alternative alla scuola in presenza”
Detto questo, dunque, la richiesta è quella di agire subito perché sia garantita la scuola in presenza a settembre, consapevoli dei contagi e del fatto che «vaccinare è necessario, ma non sufficiente».
«Non ci sono alternative efficaci alla scuola in presenza. Questa deve essere sempre la prima opzione ed è necessario un impegno categorico di tutti gli attori per attuare le misure per garantirla, evitando nuovamente il facile ricorso ad alternative inadeguate».
Scuola in presenza, cosa fare
Detto questo, l’agenda delle cose da fare si ricava da tutto quello che non è stato fatto. Non è stato affrontato il problema dei trasporti. Non si è pianificato il rapporto con le Asl per il tracciamento. Non si sono cercati gli spazi per aumentare le aule e mettere in sicurezza studenti e personale scolastico e non si è ridotto il numero di alunni per classe. Non si sono fatti passi avanti per contrastare le disuguaglianze nel ricorso alla Dad.
Invece per garantire la scuola in presenza la Rete chiede di istituire Patti territoriali in cui scuole, istituzioni, terzo settore collaborino per garantire la didattica in presenza esplorando le possibilità del territorio.
Chiede inoltre di completare la campagna vaccinale per gli insegnanti e gli studenti che hanno l’età per vaccinarsi, di potenziare la scuola e l’offerta educativa di qualità, scolastica ed extra-scolastica. E di evitare deroghe alla scuola in presenza decise su base locale e contro le indicazioni nazionali.
«Il Ministro dell’Istruzione e il governo devono mettere in atto tutti i processi necessari per garantire a partire da settembre e per tutto l’anno scolastico una scuola in presenza di qualità e sicura, che consenta a tutte le studentesse e gli studenti le opportunità di apprendimento e crescita che spettano loro di diritto».