Telemarketing selvaggio, prosegue la campagna per il Registro delle opposizioni (Foto di Pete Linforth da Pixabay)

Prosegue la campagna del Movimento Difesa del Cittadino per il contrasto al telemarketing “selvaggio”. Mdc infatti, con il patrocinio del Ministero delle imprese e del Made in Italy e di Invitalia S.p.A, e insieme ad altre Associazioni di consumatori presenti sul territorio nazionale, continua la promozione della campagna informativa per favorire, sempre di più, nei consumatori, la conoscenza degli strumenti messi a disposizione dello Stato per il contrasto al telemarketing “selvaggio”. Fra questi il Registro pubblico delle opposizioni.

Telemarketing, quando crea avversione

Ultima di ordine di tempo ma non di importanza, risale a giugno la notizia delle sanzioni che il Garante della privacy ha posto in essere a carico di Tim, Green Network e Sorgenia per “telemarketing illecito” in ragione della sua attività di vigilanza sul rispetto della nuova normativa e del Registro pubblico delle opposizioni, invitando, nell’occasione – soprattutto le società telefoniche ed energetiche – a rafforzare i controlli e le politiche interne per garantire piena conformità alle normative privacy.

Da qui l’importanza della campagna informativa realizzata per rendere il Registro “sempre più fruibile e accessibile ai cittadini, attraverso la diffusione di comunicazioni chiare, semplici e dirette allo scopo”, spiega Mdc.

Da tempo ci si interroga, e si cerca di intervenire, su fenomeno e limiti del telemarketing e soprattutto del suo utilizzo “molesto”. Se dunque fino a poco tempo fa attraverso telemarketing (tecnica di vendita con telefonate promozionali) era possibile chiamare in maniera indiscriminata tutti i soggetti titolari di un’utenza fissa o mobile, per il tramite di operatori interni o di call center esterni, oggi ciò non è più possibile se l’utente decide di negare il consenso, iscrivendo il proprio numero (o anche più di uno, fino a 5 contemporaneamente) nel Registro.

Le modalità di telemarketing che più creano avversione nei consumatori, ricorda Mdc, sono le chiamate promozionali e quelle di teleselling (finalizzate alla vendita e alla chiusura di contratti), “in quanto spesso si tratta di servizi non richiesti o non di interesse, la cui vendita l’utente percepisce come una sorta di aggressione o di molestia, soprattutto quando è ripetuta nel corso della giornata ad opera di più aziende o, nonostante il disinteresse, viene riproposta a distanza di pochi giorni dalla medesima società”.

Il Registro delle opposizioni

Da qui il Registro delle opposizioni che va incontro a quanti non intendono più essere “parte passiva” dell’offerta commerciale e pertanto, una volta manifestato il proprio dissenso, non vogliono essere più chiamati a fini pubblicitari o di marketing – senza contare le finte chiamate promozionali che nascondono un tentativo di truffa.

“Passando quindi dalle soluzioni meno drastiche, come le app che riconoscono e bloccano i numeri di presunto spam o l’iscrizione in “liste nere” di utenze telefoniche che non possono essere contattate per finalità commerciali e di marketing, si è sentita, anche a livello istituzionale, sempre più forte l’esigenza di creare uno strumento idoneo a tutelare e proteggere non solo la libertà di scelta degli utenti ma anche l’indebita – e non infrequente – vendita dei dati raccolti con tale forma di marketing a società terze, anche estere, con palese violazione della normativa sulla privacy e sulla tutela dei dati personali”, spiega Mdc.

Il Registro pubblico delle opposizioni si basa sull’adesione volontaria del cittadino agli strumenti di contrasto alle chiamate commerciali indesiderate e, dunque, alla espressa manifestazione di dissenso a contatti per finalità promozionali e di marketing.


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