Giovani, al via progetto Save the Children e Cittadinanzattiva (Foto Pixabay)

Scautismo, volontariato, partecipazione civile e politica: queste le attività che impiegano sempre più i giovani. In Italia aumenta la percentuale di ragazze e ragazzi che si dedicano ad attività sociali. Secondo uno studio di Save the Children il 49,9 % dei giovani italiani ha svolto un’attività di partecipazione civica e politica lo scorso anno.

L’Osservatorio #con i bambini curato da Con i Bambini e Openpolis rivela che nell’ultimo anno è aumentato del 4% il numero di adolescenti impegnati in attività sociali. Ossia la fascia compresa tra i 18 e i 19 anni. Bene anche la fascia 14-17 (con un aumento del 2,7%) e quella compresa tra i 20-24 (con 2,6%). Ma quali sono le zone italiane con i giovani più virtuosi? Tra le grandi città spicca Napoli con una percentuale di 4,5% di giovani nelle attività sociali. A seguire Catania e Palermo con il 4%,s i collocano sotto tale quota le città più popolose. Infatti, Roma e Milano registrano rispettivamente 3,75% e 3,45%.

La partecipazione ad attività sociali è un diritto per i giovani, così come sancito dalla Convenzione dei diritti e dell’infanzia (CRC) nell’art.12 «tutti i ragazzi e le ragazze hanno diritto all’ascolto e alla partecipazione in quanto portatori di diritti e cittadini attivi della comunità».

Capacità di imparare dai propri errori e resilienza i benefici

Le ragioni per cui i giovani si dedicano ad attività sociali sono molteplici. Il coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato (CSVnet) con la ricerca “Quando i giovani partecipano” rivela che il 21% dei ragazzi svolge un’attività di volontariato per sentirsi parte di un gruppo, il 16% per solidarietà verso gli altri mentre un 13 % per impegnare il proprio tempo in modo alternativo.

Infatti, svolgere attività sociali apporta molti benefici e fortifica l’autostima dei più giovani. Save the Children nello studio condotto del 2023 rileva che svolgere attività di volontariato sviluppa competenze nell’attività di squadra, mediazione e risoluzione dei conflitti, resilienza, capacità di imparare dai propri errori e di prendere decisioni in maniera autonoma. Tuttavia, l’energia di cui sono portatori i più giovani è in troppi casi dispersa a causa delle disuguaglianze di accesso all’istruzione.

Il 44,1% dei giovani riceve aiuto per le spese scolastiche

Molti giovani non accedono alle stesse opportunità a causa della condizione economica della propria famiglia. Secondo uno studio condotto da Caritas Europa e Don Bosco International su 10 paesi europei, solo l’8% dei giovani con genitori senza titolo superiore riesce ad avere un titolo di diploma universitario. In collaborazione con i Centri di formazione professionale, Caritas Europa e Don Bosco International dichiarano che il 41% dei giovani intervistati vive in una famiglia con gravi problemi economici, il 44,1% riceve aiuti per pagare le spese scolastiche mentre il 57,1% non si sente pronto ad entrare nel mondo del lavoro. Dunque, tale situazione alimenta il fenomeno dei Neet cioè i giovani che non studiano e non lavorano.

Dal rapporto “Neet tra disuguaglianza e divari. Alla ricerca di nuove politiche pubbliche” elaborato da ActionAid e CGL sono 3 milioni i giovani italiani colpiti dal fenomeno. Nel sud Italia c’è la più alta percentuale di giovani che non studiano e che non lavorano: Sicilia (con 40,1%), Calabria (con 3,9) e Campania (con 38,1%). Inoltre, a prevalere sul fenomeno sono le donne con 1,7 milioni di Neet. Per questo molte organizzazioni sociali offrono servizi e corsi di formazione e partecipazione.

Il progetto AltaVoce Academy

Save the Children insieme a Cittadinanzattiva e Agesci, in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Edulia-Treccani e WeSchool, ha appena avviato un corso di formazione gratuito rivolto ai ragazzi tra i 16 e i 23. Il progetto, AltaVoce Accademy, si svolgerà in 6 città italiane: Napoli, Udine, Torino, Prato, Reggio Calabria, e Roma. Si svolgeranno attività laboratoriali e sviluppo di competenze comunicative, di public speaking e fundraising.

«Con AltaVoce Academy – ha detto Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save The Children – vogliamo fare la nostra parte per ridare a ragazzi e ragazze la fiducia nella possibilità di cambiamento attraverso l’impegno civico, sociale e politico, fornendo loro gli strumenti necessari per amplificare la loro voce e le loro istanze».

«In Italia ci sono cinque milioni e 800mila giovani tra i 15 e i 24 anni, un numero che, a causa del calo demografico, è in costante riduzione e ai quali spesso le istituzioni politiche non guardano, come dimostra l’assenza di misure loro dedicate nell’ultima Legge di Bilancio – spiega Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva –   Sono ragazzi e ragazze che invece fanno sentire con forza la loro voce per cambiare le regole del gioco e per trasformare il futuro loro e della società, a cominciare dalle comunità e dai territori in cui vivono, trovando modalità diverse, nuove ma anche convenzionali come il tornare in piazza, per difendere i propri diritti. Con AltaVoce Academy ci auguriamo di contribuire a costruire insieme ai ragazzi e alle ragazze che vi aderiranno strumenti e principi di attivismo e partecipazione civica, riconoscendo il loro essere cittadini del ‘qui ed ora’».

di Sofia Cimorelli

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