
Adolescenti online, Altroconsumo: il 39% nasconde ai genitori parte della propria "vita virtuale" (Foto di natureaddict da Pixabay)
Adolescenti online, Altroconsumo: il 39% nasconde ai genitori parte della “vita virtuale”
Indagine Altroconsumo sugli adolescenti online. Un adolescente su cinque ha bloccato i genitori sui social. Il 19% ha creato un account cui i genitori non hanno accesso. Il 39% nasconde ai genitori alcune delle proprie attività online
Un adolescente su cinque ha bloccato i genitori sui social. Il 19% ha creato un account cui i genitori non hanno accesso. Il 10% ha scommesso o comprato online senza informare i genitori. E il 39% nasconde alcune delle proprie attività online a mamma e papà – a fronte di un 17% di genitori che confessa di non sapere cosa facciano i figli online. Gli adolescenti online non sempre raccontano ai genitori cosa fanno nella loro vita su internet e, al tempo stesso, i genitori si dicono preoccupati per le attività online dei figli nel 36% dei casi.
Il rapporto fra adolescenti e social è di sicuro complesso – per i social, per la dimensione della vita online e per la stessa età adolescente. E le notizie di cronaca spesso creano allarme, come accade per la sfida della “cicatrice francese” su Tik Tok che ha sollevato l’intervento dell’Antitrust. Altroconsumo ha realizzato un’indagine sugli adolescenti online (e sui genitori) coinvolgendo un campione di ragazzi tra i 15 e i 17 anni e uno di genitori con figli della stessa età.
Dall’indagine emergono diversi spunti interessanti come pure diverse valutazioni (e consapevolezze) sulla presenza e sulle attività degli adolescenti online. Ad esempio, un’alta percentuale di genitori si fida della condotta online dei figli (73%) e un buon 69% di ragazzi si reputa in grado di distinguere siti sicuri da quelli pericolosi.
Cosa fanno gli adolescenti online (e cosa sanno i genitori)
Dal confronto tra le risposte risulta però che i genitori hanno una visione più positiva sull’utilizzo di Internet da parte dei loro figli: l’88% è convinto che i giovani utilizzino internet per la scuola, ma solo l’81% dei ragazzi dice di farlo. L’inconsapevolezza degli adulti si estende anche all’utilizzo dei social network, infatti, il 42% degli adolescenti afferma di possedere non meno di 4 profili su diverse piattaforme, ma solo il 26% di genitori ne è informato.
Quasi la metà dei genitori ritiene di aver educato i figli nell’adottare un comportamento corretto online – confermato da solo il 25% dei ragazzi. Così come il 20% degli adulti è convinto di aver affrontato appieno l’argomento sexting, mentre solo l’8% dei figli lo conferma.
Stiamo parlando di adolescenti, quindi non dovrebbe destare troppa sorpresa il fatto che la maggioranza voglia difendere la propria autonomia. Dall’inchiesta emerge che il 20% dei ragazzi confessa di aver bloccato i propri genitori sui social e il 19% ha creato un secondo account a cui i genitori non hanno accesso (solo il 5% dei genitori ne è a conoscenza).
In aggiunta, il 13% dei ragazzi è stato esposto a pornografia indesiderata, ma solo il 2% dei genitori lo sa. Allo stesso modo, il 13% dei giovani ha acquistato involontariamente qualcosa online, ma solamente il 2% dei genitori ne è venuto a conoscenza. Le opinioni differiscono anche per quanto riguarda i videogiochi, il 51% dei genitori ritiene che i figli ne facciano un uso eccessivo ma solo il 26% degli adolescenti ammette di abusarne.
In materia di sicurezza e privacy online, invece, il 32% degli adulti è convinto di essere in grado di trasmettere le informazioni necessarie per evitare rischi in rete, ma solo il 16% dei figli riconosce questa abilità. Qualche convergenza di opinioni c’è. Ad esempio il 42% dei ragazzi ammette di passare troppo tempo online – opinione espressa dal 63% dei genitori. Così sul versante videogiochi, il 26% degli adolescenti riconosce di abusarne e il 51% degli adulti concorda. C’è invece, dice Altroconsumo, una netta divergenza sulla questione se le autorità debbano fissare nuove restrizioni all’accesso dei minori ai siti per adulti. L’85% dei genitori dice di sì, solo il 32% dei ragazzi è d’accordo.

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