Eventi meteo estremi, l’Europa è sempre più a rischio (Foto Pixabay)

Siccità, inondazioni, ondate di calore, tempeste, incendi boschivi. L’Europa è sempre più colpita dagli eventi meteorologici estremi, che rappresentano un crescente rischio per la natura, la salute umana (non solo delle persone più fragili), per l’ambiente e la tenuta delle infrastrutture. Si prevede che negli anni gli eventi meteo estremi aumenteranno per frequenza e intensità a causa della crisi climatica, ma già stanno causando forti danni.

L’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) riporta la dimensione di un fenomeno che ha un impatto sempre maggiore sulla salute, sull’economia e sulla vita quotidiana degli europei. Già l’estate del 2023 è stata la più calda mai registrata a livello globale. Si contano oltre 460 mila ettari di foresta distrutti dagli incendi. E i dati di aprile e maggio 2024 mostrano che forse ci saranno nuovi tristi record quest’anno.

“Negli ultimi decenni, l’Europa ha sperimentato frequenti e gravi calamità naturali legate al clima e al meteo, come siccità, incendi boschivi, ondate di calore, tempeste e forti piogge . Il cambiamento climatico renderà questi eventi ancora più intensi e frequenti”, scrive l’Agenzia europea per l’ambiente.

Durante i mesi estivi, poi, sono diventati più frequenti ondate di calore, inondazioni, siccità e incendi boschivi.

Eventi meteo estremi, cosa ci aspetta?

Cosa aspettarsi nei prossimi decenni? Diversi i pericoli cui l’Europa dovrà fare fronte.

La temperatura media dell’aria aumenterà costantemente in tutta Europa”, evidenzia l’Agenzia, mentre le precipitazioni avranno cambiamenti notevoli, con forti piogge nel Nord Europa, eventi più estremi nell’Europa centrale e un rischio maggiore di siccità al Sud.

Aumenterà l’intensità delle tempeste, in modo variabile a seconda delle regioni. Le nevicate diminuiranno nell’Europa centrale e meridionale. Aumenterà il livello del mare in tutte le aree costiere ad eccezione del Mar Baltico settentrionale. Nell’oceano aperto la temperatura della superficie del mare aumenterà in tutti i mari europei, con conseguenti aumenti delle ondate di calore marine. Si prevede inoltre che i mari europei diventeranno più acidi.

Vittime e rischi degli eventi meteo estremi

Le conseguenze degli eventi meteo estremi sono anche, sempre più spesso, perdita di vite umane. Tra il 1980 e il 2022, rileva l’Agenzia europea per l’ambiente, in 32 Paesi europei ci sono stati 5.582 decessi legati alle inondazioni e 702 agli incendi.

“Già oggi, un europeo su otto vive in aree potenzialmente soggette a inondazioni fluviali e circa il 30% delle persone nell’Europa meridionale deve affrontare uno stress idrico permanente. Il cambiamento climatico aumenterà ulteriormente l’esposizione delle persone a condizioni meteorologiche estreme, con gravi conseguenze per la salute”.

Negli ultimi quattro decenni, gli eventi meteorologici estremi hanno già causato perdite economiche per mezzo trilione di euro e provocato da 85 mila a 145 mila vittime. Dal 2000 le sole ondate di calore hanno causato decine di migliaia di morti premature in Europa.

Italia, temperature roventi e incendi boschivi

Che la situazione sia drammatica è evidente anche dalle cronache e dai dati italiani. Secondo un recente studio di Greenpeace e Istat, più di 8,3 milioni di italiani sono esposti a temperature superficiali superiori a 40°. E questo solo nei capoluoghi di regione. Fra queste persone, 1 milione e 300 mila sono fragili, anziani e bambini fino ai cinque anni.

Nel solo 2024, ricorda il WWF, in Italia già si contano oltre 600 incendi boschivi.

C’è la responsabilità umana, perché nel 95% dei casi gli incendi sono appiccati dalle mani dell’uomo, cui si unisce il fattore predisponente rappresentato dalla siccità che rende la vegetazione più infiammabile.

«Ma c’è dell’altro: l’uomo in realtà è doppiamente colpevole – denuncia il WWF – Oltre ad innescare l’incendio, l’altra nostra colpa è quella di non aver pianificato negli anni adeguati interventi di prevenzione degli incendi boschivi per rendere il paesaggio più resistente e resiliente, ad esempio gestendo in maniera responsabile il bosco e gli accumuli di combustibile vegetale nelle aree limitrofe agli insediamenti urbani, o intervento nella cosiddetta fascia urbano-rurale per creare fasce di protezione ai margini degli insediamenti urbani».


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