Fondo Morgan Stanley, Banco BPM condannato a restituire 9.900 euro ad una coppia veronese

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«Contro i depositi di elevate somme sui conti correnti c’è chi chiude il conto e chi aumenta i costi», denuncia Federconsumatori. Avere un conto corrente “pesante” in banca, o tanta liquidità, sta diventando un problema per le banche e per i risparmiatori che tengono fermi ingenti somme senza investirle. E a cascata, può diventare un problema per tutti i correntisti.

«Nei giorni scorsi abbiamo denunciato e segnalato alle Authorities competenti come diversi istituti bancari stiano adottando politiche a dir poco discutibili per incentivare gli investimenti delle somme depositate sui conti correnti», dice Federconsumatori.

 

Conto corrente

 

La liquidità ferma sui conti correnti

Il tema è la liquidità presente in banca che rimane “ferma” e non finisce nell’economia reale. I motivi possono essere diversi, a volte ci possono essere forme di speculazione. Ma è anche vero che in tempi di lockdown, incertezza economica, contrazione dei consumi, perdita del lavoro o comunque lavoro incerto, gli italiani aumentano i risparmi e agiscono in modo prudente. Sul piatto c’è la liquidità ferma sui conti correnti: ci sono 1.745 miliardi di euro fermi sui conti correnti degli italiani, 200 miliardi in più rispetto al febbraio 2020.

Così nei giorni scorsi Fineco ha annunciato che si riserva la facoltà di chiudere i conti correnti di chi ha più di 100 mila euro senza forme di investimento o finanziamenti. In un’intervista al Sole 24 ore dello scorso marzo, Alessandro Foti, Amministratore Delegato e Direttore Generale FinecoBank, ha detto: «Il motivo per cui la Bce ha portato i tassi d’interesse in negativo è per rendere costosa la liquidità e dunque per favorire il suo travaso verso l’economia reale. Ma se il meccanismo si inceppa, e la liquidità resta intrappolata come in una palude sui conti correnti senza finire in consumi o investimenti, allora abbiamo un problema. Noi vogliamo aiutare a risolverlo».

Altre banche stanno lavorando sulle commissioni da applicare.

Unicredit ha invece deciso di spalmare i maggiori costi sui correntisti del conto corrente My Genius che da luglio aumenterà di circa il 70%. La banca ha annunciato una modifica unilaterale del contratto del conto My Genius imputata al cambiamento del mercato bancario. Il canone mensile del conto Genius Unicredit (fatte salve promozioni in corso) passerà da 1,78 euro a 3,03 euro (fonte: InvestireOggi).

Federconsumatori: decisioni unilaterali delle banche

È un tema che solleva l’attenzione di Federconsumatori.

«Ora, dopo la minaccia di chiusura dei conti con depositi superiori a 100 mila Euro paventata da Fineco in assenza di un portafoglio titoli o di una forma di investimento, all’estremo opposto si pone Unicredit che ha deciso di spalmare i maggiori costi su tutti i correntisti titolari di un conto My Genius. Da luglio il canone mensile del conto corrente My Genius aumenterà così di circa il 70%».

Federconsumatori spiega che la comunicazione è avvenuta a fine marzo attraverso la modifica unilaterale del contratto, in cui Unicredit spiega che “il contesto di mercato in cui il sistema bancario si trova a operare è recentemente mutato, impattando in modo crescente sull’attività bancaria e in particolare sulle attività di deposito, gestione e remunerazione della liquidità di conto corrente”. Unicredit spiega poi che “si è verificato un peggioramento delle condizioni economiche di gestione della liquidità di conto corrente”, “peggioramento acuito dal sensibile aumento dei volumi dei depositi registrato nell’ultimo anno”.

Insomma, spiega Federconsumatori: l’eccesso di liquidità è problema per le banche perchè costa. Sulla tendenza a risparmiare pesano anche una serie di avvenimenti recenti, spiega l’associazione, che fa riferimento anche alla crisi di fiducia dei risparmiatori nei confronti degli istituti.

«La tendenza a lasciare i propri risparmi sul conto, infatti, è sicuramente determinata o comunque fortemente influenzata dagli avvenimenti degli ultimi anni: tra spinte verso investimenti in diamanti, operazioni baciate e chi più ne ha più ne metta – dice Federconsumatori – È evidente come tutto ciò abbia compromesso la fiducia verso gli istituti bancari e la loro attività di consulenza: le note vicende che hanno investito il settore bancario e finanziario hanno mostrato tutte le carenze, asimmetrie, nonché spesso vere scorrettezze nell’informativa ai clienti in tema di investimenti».

“Politica lesiva dei diritti dei cittadini”

La mossa degli istituti sulla liquidità ferma sui conti correnti non piace, anche perché rischia di ripercuotersi su tutti i correntisti e lede i diritti dei risparmiatori. Federconsumatori ha già inviato segnalazioni all’Antitrust, alla Banca d’Italia e alla Consob.

«Per arginare il problema, al posto di tentare di riacquistare la fiducia dei clienti, ora le banche adottano decisioni arbitrarie e unilaterali, come la chiusura del conto o, in questo caso, un aumento per tutti i correntisti – denuncia Federconsumatori – Una politica a nostro avviso fortemente lesiva dei diritti dei cittadini, che conferma il nostro timore di una vera e propria ipotesi di cartello da parte degli istituti. Stavolta, infatti, è il turno di Unicredit, ma non vorremmo che siano anche altri istituti si stiano muovendo in tale direzione».


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