FestAmbiente 2024, ultima giornata: promozione delle buone pratiche di sostenibilità
A Festambiente 2024 tre premi hanno celebrato le eccellenze italiane in vari settori della sostenibilità
In un mondo sempre più attento alla necessità di una transizione ecologica, le buone pratiche di sostenibilità ambientale sono una guida essenziale per raggiungere degli obiettivi ambiziosi, come quello delle emissioni zero. FestAmbiente 2024, l’eco-festival di Legambiente giunto ieri alla sua ultima giornata, si è posto l’obiettivo di valorizzare tali pratiche attraverso l’assegnazione di premi che riconoscono gli sforzi di aziende, parchi naturali e altre realtà impegnate nella tutela dell’ambiente.
La giornata conclusiva di quest’anno è stata animata dall’assegnazione di tre premi che celebrano le eccellenze italiane in vari settori della sostenibilità: il Premio Ecodesign, il Premio Parchi Emissioni Zero e il Premio Biodiversità in memoria di Assunta Brachetta. Questi riconoscimenti non solo onorano le realtà virtuose, ma puntano anche a sensibilizzare il pubblico e le istituzioni sull’importanza di pratiche sostenibili e replicabili su larga scala.
Il premio Ecodesign: un esempio di economia circolare
Il Premio Ecodesign di quest’anno è stato assegnato alla Palm SpA Società Benefit di Viadana (MN), un’azienda che ha saputo fondere l’innovazione con i principi dell’economia circolare. La Palm SpA si è distinta principalmente per il recupero di legname fuori mercato, proveniente dalla Val di Fiemme, una zona gravemente colpita dall’infestazione del bostrico tipografo e, in precedenza, dalla tempesta Vaia. Grazie a queste iniziative, l’azienda ha contribuito non solo a rilanciare l’economia locale, ma anche a sostenere una gestione forestale sostenibile, certificata PEFC.
Parchi emissioni zero: valorizzare le aree protette
Un altro momento centrale della serata è stata la consegna del Premio Parchi Emissioni Zero, un riconoscimento assegnato a sei aree protette che si sono distinte per le loro politiche di riduzione delle emissioni di CO2. Tra queste, la Riserva Naturale Statale Tenuta di Castelporziano, che ha implementato una politica di acquisti verdi, raggiungendo l’85% di applicazione del Green Public Procurement (GPP). Questo è solo uno degli esempi che dimostrano come le aree protette possano fungere da laboratori di innovazione sostenibile.
Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri – Lagonegrese, è stato premiato per la categoria “Parchi Rifiuti Free”, grazie a un tasso di raccolta differenziata del 65,9% nei 29 comuni dell’area, evidenziando un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. Questo risultato sottolinea l’importanza delle iniziative locali nella gestione sostenibile dei rifiuti.
Per quanto riguarda invece la “Green Community”, l’Unione di Comuni Montana Lunigiana è stata riconosciuta per la realizzazione della prima Summer School dedicata alla gestione delle risorse idriche, un’iniziativa che dimostra l’importanza dell’educazione e della formazione per le nuove generazioni.
Il Parco Nazionale delle Cinque Terre, invece, ha ricevuto il premio per la mobilità sostenibile, grazie all’istituzione di una zona di speciale tutela per la mitigazione degli impatti acustici sui pesci e la fauna marina, riservata esclusivamente a barche con motore elettrico. Questo progetto riflette l’attenzione del parco verso un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Il premio biodiversità: omaggio alla conservazione
La seconda edizione del premio biodiversità, dedicato alla memoria di Assunta Brachetta, è assegnato a Niedditas – CPA Società Cooperativa di Arborea, una realtà sarda impegnata nella mitilicoltura. Niedditas ha saputo declinare il settore in chiave di economia circolare, realizzando uno straordinario esempio di sostenibilità nello stagno della zona umida di Corru Mannu (OR). Qui, l’azienda ha creato un isolotto artificiale utilizzando gli scarti della lavorazione delle cozze, migliorando le condizioni di conservazione della biodiversità locale.
Verso la sostenibilità
Gli interventi che si sono susseguiti durante il corso della serata, tra cui quelli di Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente, e Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, hanno messo in evidenza l’importanza delle aree protette non solo come strumenti di conservazione della biodiversità, ma anche come motori di sviluppo sostenibile per le comunità locali.
“Ai vincitori dei tre premi di FestAmbiente riconosciamo il merito di aver promosso nei territori la sostenibilità ambientale con le loro attività – dichiara Antonio Nicoletti – dall’agroecologia agli acquisti verdi, dalle green communities alla mobilità sostenibile, fino all’economia circolare e alla gestione sostenibile delle foreste, la via tracciata per le aree protette e per chi ha scelto di far diventare la sostenibilità il pilastro portante del proprio business punta a consolidare nelle comunità locali una cultura ambientale in grado di rafforzare il legame tra territori e natura e promuovere la transizione ecologica. La tappa finale del percorso che entro il 2040 ci dovrà portare a emissioni zero nette necessita di coraggio e di una forte capacità di prevenzione perché la crisi climatica influisce sulla perdita di biodiversità, rendendo gli ecosistemi meno capaci di rispondere al cambiamento. Ed è proprio qui che in particolare le aree protette entrano in gioco per diffondere politiche di sviluppo sostenibile e costruire in sinergia strategie di adattamento a scala territoriale”.
Le proposte di collaborazione con le istituzioni, avanzate durante l’evento, mirano infatti a rafforzare il ruolo delle aree protette come laboratori territoriali della sostenibilità, promuovendo politiche integrate e finanziamenti adeguati.
Le proposte di Legambiente al governo
La crisi climatica ha colpito duramente il settore agricolo italiano nel 2023, con una diminuzione generale della produzione del 3,9%, e cali significativi in settori chiave come il vino (-17,4%), la frutta (-11,2%) e l’olio d’oliva (-3%). La situazione è particolarmente preoccupante per il settore vitivinicolo, dove il 90% delle aree costiere e pianeggianti potrebbe scomparire se le temperature globali aumentassero di oltre 2°C entro la fine del secolo.
In risposta, Legambiente ha rilanciato il dibattito sull’agroecologia rivolto alle autorità, considerata l’unica via per affrontare le sfide climatiche che minacciano l’agricoltura. Tra le proposte avanzate: l’approvazione del SUR e PAN per ridurre l’uso di pesticidi, il potenziamento delle energie rinnovabili e delle comunità energetiche, l’espansione delle aree ad alta biodiversità, la promozione del benessere animale e la lotta all’abbandono delle aree coltivate.
Legambiente sollecita il governo a sostenere concretamente queste iniziative, essenziali per la transizione verso un’agricoltura più sostenibile e resiliente.
“I territori – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile nazionale Legambiente agricoltura – sono già custodi di storie all’insegna dell’agroecologia, dando dimostrazione pratica di come sia davvero possibile mettere in atto la transizione dal campo alla tavola. Per questa ragione, a FestAmbiente torniamo a premiare le ambiasciatrici e gli ambasciatori del territorio che con il loro lavoro si fanno modello di buone pratiche replicabili. L’agroecologia, oltre ad essere l’unica via per contrastare la crisi climatica, è la chiave per scommettere sul futuro del Paese, a partire dalle aree più a rischio abbandono. Dal governo e dalle istituzioni locali arrivi un chiaro segnale affinché il sostegno alla riconversione possa essere sempre più solido e capace di donare stabilità agli operatori del settore”.