
Decennio digitale, Commissione europea: il percorso è ancora lungo (Foto di Gerd Altmann da Pixabay)
Decennio digitale, Commissione europea: il percorso è ancora lungo
La Commissione europea ha pubblicato la prima relazione sullo stato del decennio digitale. Il percorso è ancora lungo e bisogna accelerare
«Il percorso verso il pieno conseguimento degli obiettivi del decennio digitale è ancora lungo. È giunto il momento di adottare tutte le misure necessarie per colmare il divario e garantire che la transizione digitale completa sia raggiunta entro il 2030, senza lasciare indietro nessuno. Le prime relazioni sono una guida utile per definire gli interventi necessari». Così Věra Jourová, vicepresidente per i Valori e la trasparenza, in occasione della prima relazione sullo stato del Decennio digitale, pubblicata oggi dalla Commissione europea.
Il decennio digitale della Ue
Il programma per il decennio digitale è stato proposto nel 2021 e comprende una serie di misure per promuovere l’innovazione e gli investimenti nei settori delle competenze digitali, delle infrastrutture digitali, della digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici. Nel dicembre 2022 il programma è stato integrato dalla dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali.
Oggi Bruxelles ha pubblicato la prima relazione sullo stato del decennio digitale, che contiene un’analisi dei progressi fatti verso la transizione digitale secondo la strategia 2030 dell’Europa, concentrandosi su quattro pilastri principali: competenze digitali, infrastrutture digitali, digitalizzazione delle imprese, compreso l’uso dell’intelligenza artificiale (IA), e digitalizzazione dei servizi pubblici. La strategia prevede anche il monitoraggio della dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali, che riflette l’impegno dell’UE a favore di una trasformazione digitale sostenibile e sicura, incentrata sulle persone.
«Il messaggio della nostra prima relazione sul decennio digitale è chiaro: dobbiamo accelerare i nostri sforzi per raggiungere i nostri obiettivi entro il 2030 – ha detto Thierry Breton, commissario per il Mercato interno – È giunto il momento di lavorare insieme per posizionare l’Europa all’avanguardia nella transizione digitale. È questo il significato delle raccomandazioni che presentiamo oggi agli Stati membri».
La relazione invita gli Stati all’azione collettiva per colmare le carenze di investimenti e accelerare la trasformazione digitale in Europa – una trasformazione che va fatta nel senso della transizione digitale sostenibile. E in questa direzione in questa direzione vanno misure quali l’iniziativa “diritto alla riparazione” e i criteri di progettazione ecocompatibile per telefoni cellulari e tablet.
Infrastrutture e connettività
Fra i temi toccati nella relazione, c’è quello che riguarda le infrastrutture digitali.
“Nell’ambito dell’attuale obiettivo per il 2030, tutti dovrebbero avere accesso alla copertura Gigabit e le reti 5G efficienti dovrebbero essere disponibili in tutte le regioni popolate – scrive Bruxelles – Attualmente le reti in fibra, indispensabili per la connettività Gigabit, raggiungono solo il 56% delle famiglie, mentre la copertura 5G si attesta all’81% della popolazione, scendendo al 51% nelle zone rurali. Il dispiegamento delle reti 5G autonome è tuttavia in ritardo e la qualità del 5G non soddisfa le aspettative degli utenti finali e le esigenze dell’industria. Il 55% delle famiglie rurali non è ancora servito da alcuna rete avanzata e il 9% non è ancora coperto da alcuna rete fissa”.
Servono dunque investimenti fino ad almeno 200 miliardi di euro per garantire la piena copertura Gigabit in tutta l’UE e la copertura 5G in tutte le zone abitate. Gli Stati membri dovrebbero mappare le lacune di connettività ed esplorare la possibilità di finanziamenti per integrare gli investimenti privati in zone che non sono commercialmente sostenibili, comprese le zone rurali e remote, che beneficiano del quadro normativo dell’UE favorevole agli investimenti.
Altri obiettivi riguardano i semiconduttori (entro il 2030 l’UE mira a raddoppiare la propria quota del valore della produzione mondiale di semiconduttori all’avanguardia, passando dall’attuale 10% al 20% in termini di valore della quota di mercato a livello mondiale) e la digitalizzazione delle imprese.
Digitalizzazione dei servizi pubblici
C’è poi il capitolo della digitalizzazione dei servizi pubblici. Gli obiettivi del decennio digitale prevedono l’accessibilità online del 100% dei servizi pubblici fondamentali e, se del caso, la possibilità per i cittadini e le imprese dell’Unione di interagire online con le pubbliche amministrazioni, l’accesso online alle proprie cartelle cliniche elettroniche per il 100% dei cittadini dell’Unione e l’accesso a un’identificazione elettronica (eID) sicura per il 100% dei cittadini dell’Unione.
Molti Stati, spiega Bruxelles, si trovano in una buona posizione verso la piena digitalizzazione dei servizi pubblici e delle cartelle cliniche e per la diffusione dell’identificazione elettronica sicura per i cittadini. Ma sono necessari investimenti significativi per migliorare la disponibilità e le prestazioni transfrontaliere dei servizi pubblici. Per quanto riguarda il portafoglio europeo di identità digitale, prosegue la Commissione, la sua diffusione è in corso: si prevede che sarà completata entro il 2030.
Competenze digitali
Altro tema importante riguarda le competenze digitali. L’Unione europea è impegnata ad aumentare le competenze digitali di base di almeno l’80% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni e a disporre di 20 milioni di specialisti in TIC entro il 2030.
C’è ancora molto da fare: “entro il 2030 e nelle condizioni attuali solo il 59% della popolazione avrà almeno le competenze digitali di base” e il numero di specialisti in TIC potrebbe non superare i 12 milioni. Gli Stati devono dare priorità agli investimenti nell’istruzione di alta qualità e nelle competenze e promuovere la partecipazione delle donne alle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) fin dalla più tenera età.
