Poste in PagoPA, l’Antitrust denuncia “criticità concorrenziali” (Foto Pixabay)

La norma che prevede l’ingresso di Poste Italiane nel capitale di PagoPA, contenuta nel decreto Pnrr, solleva “alcune criticità concorrenziali”. È quanto denuncia l’Antitrust in una sua memoria, anticipata dal quotidiano la Repubblica, nella quale il Garante della Concorrenza invoca procedure trasparenti per questo passaggio, già al centro di molte polemiche e dubbi.

La Repubblica: “L’Antitrust silura il progetto del governo”

“Il Garante della Concorrenza, l’Antitrust, silura il progetto del governo che vuole assegnare PagoPA alla Zecca dello Stato (per il 51%) e poi a Poste Italiane, per una quota rilevantissima (il restante 49%). Un’idea — scrive l’Antitrust in una sua memoria — che presenta «criticità concorrenziali». Così scrive la Repubblica anticipando la memoria dell’Antitrust.

L’Autorità si è espressa sull’articolo del decreto Pnrr che prevede l’ingresso in PagoPa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e di Poste Italiane, in misura non inferiore al 51% per il primo e per la restante parte a Poste.

Il caso di Poste in PagoPA

PagoPA è la società per azioni, finora proprietà al 100% del Ministero dell’economia e delle finanze, che permette a imprese e persone di pagare alla Pubblica amministrazione le somme dovute attraverso la piattaforma. La società gestisce la piattaforma digitale deputata ai pagamenti in favore della Pubblica Amministrazione, le cui transazioni effettuate nel triennio 2020-2023 (ha calcolato il Codacons) superano i 900 milioni di euro.

Il Consiglio dei Ministri del 26 febbraio scorso ha approvato un decreto legge relativo a disposizioni urgenti finalizzate a garantire l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e questo prevede che i diritti di opzione per l’acquisto dell’intera partecipazione azionaria detenuti dallo Stato in PagoPA siano attribuiti in misura maggioritaria a all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e, in misura minoritaria, a Poste. 

Nel frattempo, in audizione in Commissione Trasporti e Tlc della Camera, l’Ad di Poste, Matteo Del Fante, ha assicurato che “sarà garantita la riservatezza dei dati”.

“PagoPA è un circuito di pagamento – ha detto ancora Del Fante – sul quale siamo assestati in 409 fornitori di servizi. Non c’è alcun interesse, chiunque sia il proprietario del circuito di pagamento, a minimizzarlo. Anzi, è interesse dell’azionista far crescere i propri asset assicurando la massima riservatezza”. (Fonte: Corriere Comunicazioni).

 

Poste in PagoPA, Assoutenti: rischi per la concorrenza (Foto di Karolina Grabowska da Pixabay)

 

Criticità concorrenziali, serve asta competitiva

L’anticipazione di Repubblica è stata presto ripresa da tante testate. Secondo l’Autorità “in una prospettiva di garanzia del mercato e dei diritti degli operatori potenzialmente interessati, l’individuazione del cessionario della quota del 49% dovrebbe avvenire ad esito di un’asta competitiva o comunque di una procedura che valuti e metta a confronto più manifestazioni di interesse”. (Fonte: Corriere comunicazioni).

“L’Autorità ritiene che la norma di legge presenti alcune criticità concorrenziali sia su un piano generale, con riferimento alla modalità seguita per la cessione al mercato della società pubblica, sia per le specifiche caratteristiche del soggetto cessionario individuato dal legislatore”, si legge nella memoria firmata dal presidente Roberto Rustichelli (Fonte: Ansa).

“PagoPA si pone quale nodo pubblico dei pagamenti digitali e gode di un significativo, ‘non replicabile’ vantaggio rispetto a qualunque altra piattaforma venisse costituita dai privati”, spiega ancora l’Antitrust. Facendo entrare nel capitale una società di mercato, si attribuisce a questa il “privilegio riconosciuto alla piattaforma” facendolo partecipare alla relativa quota di profitto.

Sull’ingresso di Poste nel capitale di Pago PA, si osserva che “potrebbe sollevare alcune rilevanti problematicità nel funzionamento del mercato, che investono in primis il settore dei pagamenti digitali e poi quello delle notifiche digitali“. (Ansa).

UNC: “Basta con i regali del Governo a Poste”

Si tratta di una cessione che presto è finita sotto i riflettori delle associazioni dei consumatori. Che oggi commentano a stretto giro la pronuncia dell’Antitrust.

«Basta con i regali del Governo a Poste Italiane! – afferma il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona – Dato che oramai Poste opera nel libero mercato per innumerevoli servizi, dalla luce al gas, dalla telefonia fissa a quella mobile, è evidente che ogni privilegio concesso dallo Stato, come quello di PagoPa o di poter rilasciare passaporti, crea un tornaconto a danno dei concorrenti».

Dona fa riferimento anche al progetto sperimentale di far rilasciare i passaporti negli uffici postali, a partire dai piccoli comuni, a fronte di attese lunghissime per il rilascio che da tempo vengono denunciate in diverse parti d’Italia.

«Se un consumatore, per poter far valere il suo diritto costituzionale di avere un passaporto, è costretto a recarsi alle Poste, è chiaro che potrà essere agganciato dal personale anche per la vendita degli altri servizi – afferma Dona – Un vantaggio competitivo regalato dalla Stato, che crea una distorsione nel mercato, discriminando gli altri operatori. È incredibile, insomma, che il Governo, incapace di risolvere il problema delle attese bibliche per il rilascio dei passaporti, lo appalti a Poste invece che agli uffici anagrafe dei Comuni, certo più competenti in materia. Quanto a PagoPa, in tal modo Poste entra in un settore strategico come quello dei pagamenti digitali e delle notifiche digitali».

Codacons chiede gara

Sulla questione Poste in PagoPA il Codacons aveva presentato un esposto ad Antitrust e Corte dei Conti chiedendo che la cessione avvenga con una gara. Secondo il Codacons, si legge nell’esposto, “la normativa speciale, a cui appare applicabile il caso di PagoPa, è contenuta nel D.lgs. 332/1994 riguardante le procedure di dismissione di partecipazioni dello Stato e degli enti pubblici in società per azioni. A tal proposito, l’art. 1, comma 3, prevede che, in caso di cessione mediante trattativa diretta di partecipazioni in società controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, come nel caso di specie, tale cessione deve essere effettuata invitando potenziali acquirenti, che presentino requisiti di idonea capacità imprenditoriale per avanzare offerte – scrive il Codacons nell’esposto – Risulta evidente che il sistema prioritario è il ricorso al mercato (al miglior offerente) con procedura aperta, relegando in via residuale ed eccezionale la negoziazione diretta, in linea con l’orientamento giurisprudenziale del Consiglio di Stato”.


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