Airbag difettosi, Confconsumatori: “Gli automobilisti rischiano la vita” (Foto Pixabay)

“La reale condizione dei consumatori è di vana attesa, mentre si rischia quotidianamente la vita utilizzando l’autovettura soggetta a richiamo ormai da oltre otto mesi”.

Da mesi gli automobilisti attendono la sostituzione degli airbag difettosi prodotti dal fornitore Takata ma chi non può noleggiare un’auto o acquistarne una nuova rischia quotidianamente la vita.

È la denuncia di Confconsumatori davanti al caso degli airbag difettosi montati sui veicoli Citroën, modelli C3 e DS3. La campagna di richiamo è iniziata da mesi, c’è anche una pagina dedicata sul sito del Ministero dei Trasporti, ma molti automobilisti non hanno ancora ricevuto assistenza.

Confconsumatori “continua a ricevere segnalazioni da tutta Italia – spiega l’associazione – di tanti casi di automobilisti disperati perché non possono utilizzare l’autovettura soggetta a richiamo e comincia a valutare e porre in essere le prime azioni giudiziarie individuali a tutela dei diritti dei cittadini”.

La campagna di richiamo e l’allarme fra gli automobilisti

L’associazione valuta inoltre “inefficace” la campagna di richiamo avviata da Stellantis.

Secondo quanto scrive Quattroruote, per sostenere i clienti italiani oggetti del richiamo, Stellantis avrebbe mobilitato circa 11 mila euro di cortesia che dovrebbero diventare 17 mila “in tempi brevi”. Il gruppo starebbe raddoppiando la capacità di sostituzione degli airbag della rete e fra le attività ci sarebbe allo studio anche “la possibilità di avviare a breve un servizio a domicilio” per sostituire gli airbag difettosi, al momento attivo solo in Francia.

Confconsumatori chiede ormai un intervento delle autorità e della magistratura.

Spiega l’associazione: “Nonostante le rassicurazioni fornite dalla società Stellantis, che dichiara pubblicamente di avere mobilitato circa 11mila auto di cortesia e di avere raddoppiato la capacità della rete di sostituire gli airbag difettosi, la maggior parte degli utenti della strada italiani vivono ancora nell’incertezza ma soprattutto subiscono importanti disagi e danni patrimoniali e non patrimoniali per la situazione venutasi a creare che ormai ha dell’inverosimile. Solo chi ha inviato un reclamo o una diffida, ad oggi, nella maggior parte dei casi ha ottenuto un appuntamento per ottenere la sostituzione dei dispositivi salvavita, mentre ancora non si ha notizia dei cosiddetti interventi a domicilio di recente promessi – spiega ancora Confconsumatori – La reale condizione dei consumatori è di vana attesa, mentre si rischia quotidianamente la vita utilizzando l’autovettura soggetta a richiamo ormai da oltre otto mesi”.

La campagna di richiamo dei veicoli Citroën, modelli C3 e DS3, da parte del gruppo Psa-Stellantis è causata da un problema che potrebbe portare a un serio rischio, per gli occupanti del veicolo, di lesioni gravi o, nella peggiore delle ipotesi, morte. C’è il rischio della “possibili esplosione incontrollata del sistema Airbag, prodotti dal fornitore Takata”, come spiega il Ministero dei Trasporti in una pagina nella quale è possibile consultare gli elenchi delle targhe e dei numeri di telaio dei modelli Citroën C3 e DS3.

«Di fronte a questa condizione – dichiarano da Confconsumatori – impera il lassismo della società Stellantis, dei concessionari e, spiace ammetterlo, anche delle istituzioni, intervenute tardivamente, senza riuscire a fornire una rapida soluzione valida. Ci auguriamo che l’Antitrust, sempre debitamente sollecitata da Confconsumatori, verifichi con attenzione quanto occorso in questo periodo e ponga in essere gli opportuni provvedimenti a tutela dei consumatori utenti della strada».

L’associazione racconta di continuare a ricevere segnalazioni da tutta Italia di automobilisti che non possono usare l’auto. E “comincia a valutare” le prime azioni giudiziarie individuali a tutela dei diritti dei cittadini.

“In tanti casi – racconta ancora l’associazione – l’autovettura soggetta a richiamo è l’unica in famiglia e, contrariamente a quanto dichiarato dal gruppo Psa, non è mai stata concessa ma nemmeno proposta l’auto di cortesia; così, chi ha necessità di utilizzare il veicolo e non ha la possibilità economica di noleggiare o acquistarne un altro, rischia quotidianamente la vita. Al di là delle azioni giudiziarie individuali in alcuni casi già avviate a tutela dei propri soci, l’Associazione lancia un grido di allarme sulla questione che è stata evidentemente fin troppo sottovalutata dalle istituzioni e chiede un intervento della magistratura ordinaria e delle autorità preposte alla tutela dei consumatori attraverso l’applicazione della legge”.


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