Rincari dei carburanti, pesano solo le accise o ci sono speculazioni? (fonte immagine Pixabay)

I rincari dei carburanti sono frutto di speculazioni oppure dipendono solo o quasi dallo stop al taglio delle accise? La risposta non è immediata, da più parti si parla di speculazioni in atto e i listini sono alti. Il Codacons segnala che in autostrada il gasolio in modalità servito supera in molti distributori i 2,4 euro al litro e sull’A14 sfonda il tetto dei 2,5 euro.

Di certo c’è che dal 1° gennaio 2023 è stato azzerato lo sconto sulle accise – deciso a marzo 2022 dal Governo Draghi e che valeva in tutto 34 centesimi al litro, poi ridotto a dicembre e ora azzerato. Gli automobilisti ora si ritrovano questa somma di nuovo sul costo dei carburanti e, secondo un’analisi del Fatto Quotidiano, si tratta più o meno del peso che hanno gli attuali rincari su benzina e diesel (tenuto anche conto della flessione del prezzo del petrolio). Però non è tutto chiarissimo, perché ci sono anche dei casi specifici in cui i prezzi sono più alti di quanto ci si aspetterebbe. Anche le associazioni dei consumatori paventano speculazioni e chiedono vigilanza sui listini dei prezzi. Altroconsumo in un’indagine parla comunque di rincari anomali, che non sono solo frutto dello stop agli sconti.

Rincari dei carburanti, Altroconsumo: in molte città superano le aspettative

Partiamo dalle conclusione di Altroconsumo: «la repentina salita dei prezzi, arrivata con l’azzeramento dello sconto sulle accise, è in parecchi casi decisamente più alta delle aspettative. Soprattutto perché durante tutto il mese di dicembre i prezzi hanno continuato a scendere, per poi risalire improvvisamente in questi giorni. Si può allora parlare di speculazione? Difficile dirlo. Le quotazioni internazionali variano di giorno in giorno, ma è certo che gli aumenti registrati sono difficilmente spiegabili con un normale andamento del mercato».

In molte città italiane, gasolio e benzina rincarano insomma più di quanto ci si sarebbe aspettato se fosse stato tolto il solo sconto governativo, dice Altroconsumo.

 

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Rincari dei carburanti, dove salgono di più

Il punto di partenza è che dal 1° gennaio benzina e diesel sono tornati a prezzo “pieno” con la scelta del Governo Meloni di non rifinanziare per il 2023 lo sconto sulle accise dei carburanti deciso dal precedente Governo – che valeva 30,5 centesimi alla pompa, più Iva, fino allo scorso novembre, poi ridotti a 18,3 centesimi fino a fine anno.

Altroconsumo ha analizzato i prezzi del carburante in 12 città italiane (Torino, Genova, Milano, Verona, Trieste, Bologna, Firenze, Roma, Ancona, Napoli, Palermo e Cagliari) nella sola modalità self service e sulla rete stradale – escludendo dunque la modalità servito e le autostrade, dove i prezzi sono più alti.

Per ogni città, spiega l’associazione, sono stati calcolati i prezzi medi nelle giornate dal 29 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023 (prima e dopo la fine degli sconti), utilizzando i dati pubblicati quotidianamente dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Poi è stato confrontato il prezzo medio alla pompa del 29 dicembre con quello rilevato il successivo 8 gennaio.

«Se l’incremento di prezzo fosse dovuto esclusivamente alla fine degli sconti governativi sulle accise, benzina e gasolio sarebbero dovute rincarare rispettivamente dell’11,1% e del 10,7%. In alcune città è stato così, ma in molti capoluoghi ci sono stati aumenti ben più alti, che arrivano a sfiorare il 20%. Qualcosa non torna», dice Altroconsumo.

Dove i rincari sono maggiori? Sulla benzina, in 9 città su 12 gli aumenti sono stati più alti rispetto al semplice aumento delle accise legato allo stop agli sconti. A Bari il rincaro della benzina è stato del 19,9%, a Cagliari del 14,7%, a Verona del13,8% e a Roma del 13%. Milano, come Firenze e Genova, ha un aumento anomalo ma minore,a più 11,9%.

I rincari sul gasolio sono a Bari del 19,8%, pari a oltre 32 centesimi in più per un litro di gasolio. A Milano i prezzi sono saliti del 10,9%, a Roma dell’11,6% rispetto alla fine dell’anno.


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