Carrello della spesa, gli italiani fra risparmio e tagli (fonte foto pixabay)

Come cambia il carrello della spesa? Il carrello della spesa sta infatti cambiando per molte famiglie, alle prese con un’inflazione galoppante sul cibo e con la necessità di far quadrare bilanci sempre più magri. L’aumento dei prezzi ha un impatto diretto sul carrello della spesa, perché i consumatori si trovano davanti rincari che non risparmiano alcun genere alimentare, e sulle strategie di acquisto, perché le strategie di risparmio che metteranno in atto prevedono azioni diverse, da una più attenta gestione degli acquisti al nomadismo nei punti vendita, alla ricerca del prezzo più basso nei discount (più di quanto non si facesse in passato).

Un italiano su due taglia la spesa nel carrello

Secondo Coldiretti, con l’aumento record dei prezzi un italiano su due (il 51%) taglia la spesa nel carrello. E un altro 18%, quasi un italiano su cinque, dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese. Circa un terzo, il 31% di cittadini, non ha modificato le abitudini di spesa.

«Gli italiani – dice la Coldiretti –  vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa».

I prezzi corrono e gli italiani quest’anno hanno già spesa per i prodotti alimentari il 3,1% in più per comprare però il 3% di cibo in meno.

Fra le tendenze che emergono anche dall’analisi dei dati Istat nel primo semestre 2022, evidenzia Coldiretti, c’è anche il boom dei discount alimentari, che stanno aumentando le vendite del 9%.

 

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Caro prezzi, rinunce e strategie degli italiani nel carrello della spesa (foto pixabay)

 

Carrello della spesa e strategie di risparmio

E questo significa che il carrello della spesa cambia: cambiano i consumi, in parte le abitudini, e cambiano i punti vendita ai quali gli italiani si rivolgono. Fra le strategie di risparmio che vengono adottate dai consumatori c’è infatti una pluralità di comportamenti che una recente indagine Ismea (diffusa quando l’inflazione era più bassa) ha già evidenziato. Ci sarà più “nomadismo” fra i punti vendita: i consumatori andranno a caccia di sconti e promozioni muovendosi fra i negozi.

Ci sarà maggiore attenzione a evitare gli sprechi di cibo (per sette famiglie su dieci) e quasi la metà ridurrà gli acquisti superflui. Un’altra strategia indicata da quasi metà delle famiglie è quella di fare più attenzione al rapporto euro/kg dei prodotti e al rapporto qualità prezzo.

 

Risparmiare sulla spesa al supermercato, ecco la classifica di Altroconsumo (foto pixabay)

 

Carrello della spesa, la stangata sul cibo

Del resto le associazioni dei consumatori stimano in centinaia di euro in più le ripercussioni del caro prezzi solo sul carrello della spesa alimentare. Una famiglia di quattro persone, stima ad esempio il Codacons, spende quasi 800 euro in più l’anno solo per il cibo.

I generi alimentari di largo consumo sono tutti rincarati. Ad agosto, ricorda il Codacons, fra i prodotti che hanno registrato gli aumenti di prezzo più elevati ci sono l’olio di semi, i cui listini salgono del 62,8% rispetto ad agosto del 2021, il burro (+33,5%), la farina (+22,9%) e il riso (+22,4%). La lista è ancora molto lunga e prosegue con il latte conservato, rincarato del 19% su base annua, i gelati (+18,1%) il pollo (+15,6%) e le uova (+15,2%). Non si salvano nemmeno lo zucchero (+14,9%), le patatine fritte (+14,7%) e l’acqua minerale (+12,8%).

Il risultato è una stangata sul cibo. Solo per l’acquisto della carne, dice il Codacons, una famiglia di quattro persone spende oggi circa 140 euro in più rispetto al 2021, +122 euro per la verdura, +52 euro per la frutta, +176 per pane e cereali, +66 euro per il pesce. E si ritrova a spendere in tutto +794 euro annui per l’acquisto di cibi e bevande.


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