
Nuovi Ogm, consultazione europea. Slow Food: tre settimane per dire no
Nuovi OGM, società civile e produttori biologici bocciano il parere della Commissione europea
Società civile, produttori biologici e agrobiologici bocciano il parere della Commissione europea sui nuovi OGM, o nuove tecniche genomiche. Denunciano pressioni lobbistiche dell’agroindustria e chiedono il rispetto del principio di precauzione
Società civile, produttori biologici e agroecologici bocciano il parere della Commissione europea sui nuovi Ogm, o nuove tecniche genomiche. Denunciano che il parere è frutto delle pressioni lobbistiche dell’agroindustria e rischia di causare la deregolamentazione del settore, facendo venir meno il principio di precauzione – nonché l’etichettatura dei prodotti per i consumatori.
Associazioni bio, ambientaliste e della società civile chiedono dunque «che la Commissione rispetti il principio di precauzione, protegga l’ambiente dai rischi legati ai nuovi OGM e apra un dibattito pubblico basato sui fatti e su dati scientifici indipendenti e non influenzato dagli interessi delle potenti lobby dell’agricoltura industriale».

Nuove tecniche genomiche ovvero nuovi OGM
Continua dunque a far discutere lo studio presentato qualche giorno fa dalla Commissione europea. Per la quale le nuove tecniche genomiche – i detrattori le chiamano però nuovi OGM – «possono contribuire a un sistema alimentare più sostenibile nel quadro degli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia “Dal produttore al consumatore”».
In questo modo viene anche ribaltata la posizione della Corte di giustizia dell’Unione europea.
Nel 2018 la Corte aveva infatti stabilito di fatto che gli Ogm ottenuti attraverso le nuove tecniche genomiche devono rispettare i requisiti di valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura ai sensi della normativa Ue sugli Ogm.
Ora invece la Commissione chiede di fatto di aggiornare il quadro giuridico sul queste nuove tecniche. Lo studio di Bruxelles arriva infatti alla conclusione che l’attuale legislazione sugli Ogm del 2001 non sia più adatta in relazione ad alcune nuove tecniche genomiche e vada adeguata al progresso scientifico e tecnologico.
La minaccia dei nuovi OGM
Si apre la porta ai nuovi OGM, denunciano invece le associazioni.
Le organizzazioni dei produttori biologici, dell’agricoltura contadina e della società civile «esprimono profonda preoccupazione rispetto alla posizione della Commissione europea che si è espressa a favore di una regolamentazione ad hoc per le nuove tecniche di manipolazione genetica (NGT/NBT) per sottrarle alla normativa sugli OGM in essere, aggirando così la sentenza della Corte di Giustizia europea. Dando un sostanziale via libera agli OGM di nuova generazione, la Commissione annuncia la resa di fronte alle pressioni delle industrie dell’agribusiness mettendo in discussione lo stesso principio di precauzione europeo».
Si tratta, proseguono, di una grave minaccia per le piccole e medie produzioni locali e per il tutto il comparto biologico e del made in Italy.
«Facendo eco alla voce delle lobby industriali, la Commissione elenca le stesse promesse non mantenute che sono state fatte vent’anni fa per promuovere gli OGM: meno pesticidi, maggiori rese, adattamento al cambiamento climatico».
Le associazioni ricordano che lo studio sui nuovi OGM, o nuove tecniche genomiche, è stato pubblicato su richiesta del Consiglio e «a seguito di importanti e continue pressioni lobbistiche da parte dei grandi gruppi industriali del settore». Si rischia di fatto la deregolamentazione dei nuovi OGM.
Ma «sottrarre i prodotti OGM ottenuti con queste tecniche alla normativa in essere significa, inoltre, rimettere in discussione una etichettatura chiara, la cui rimozione potrebbe privare i consumatori del diritto di conoscere e scegliere cosa stanno acquistando. Eppure l’Unione europea è il campione della tracciabilità, potendo attualmente etichettare molti prodotti di qualità».
La richiesta delle associazioni
«Una vera transizione ecologica si ottiene offrendo supporto all’agricoltura contadina, promuovendo l’agricoltura biologica e favorendo l’agroecologia, l’economia circolare, la filiera corta e non cedendo alle pressioni delle multinazionali e delle grandi corporazioni agricole. Proprio queste infatti otterrebbero il controllo delle filiere agroalimentari grandi profitti dalla commercializzazione di varietà geneticamente modificate continuando a imporre, di fatto, i vecchi sistemi di produzione e distribuzione che hanno condotto alla crisi ambientale attuale. Inoltre, estendere i brevetti sulle sementi, rappresenta una grave minaccia per la sovranità alimentare delle popolazioni».
Lo studio sarà discusso dai ministri dell’Ue al Consiglio dell’agricoltura e della pesca a maggio. La Commissione discuterà anche i suoi risultati con il Parlamento europeo e con tutte le parti interessate. Nei prossimi mesi sarà effettuata una valutazione d’impatto, compresa una consultazione pubblica, per esplorare le opzioni politiche riguardanti la regolamentazione.
Le associazioni chiedono dunque che «la Commissione rispetti il principio di precauzione, protegga l’ambiente dai rischi legati ai nuovi OGM e apra un dibattito pubblico basato sui fatti e su dati scientifici indipendenti e non influenzato dagli interessi delle potenti lobby dell’agricoltura industriale (oltre il 70% degli intervistati erano preventivamente favorevoli ai prodotti NBT). Chiediamo che il Governo italiano si opponga all’introduzione di OGM di nuova generazione salvaguardando il carattere “Libero da OGM” della sua agricoltura. C’è ancora tempo per bloccare una deriva pilotata dai grandi interessi economici finanziari del settore, che ben poco hanno a che vedere con la sostenibilità ambientale».
Il gruppo delle associazioni firmatarie comprende Acu, Aiab, Altragricoltura Bio, Apab, Ari, Civiltà Contadina, Coord. Zero OGM, Crocevia, Deafal, Egalité, European Consumers, Fairwatch, Federbio, Firab, Greenpeace, Isde, Legambiente, Lipu, Navdanya, Pro Natura, Slow Food, Terra!, Unaapi, WWF Italia.
