Bisfenolo A, Commissione europea verso il divieto nei contenitori per alimenti
La Commissione europea vuole vietare il bisfenolo A nei materiali a contatto con gli alimenti
La Commissione europea vuole vietare il bisfenolo A nei materiali a contatto con gli alimenti. Bruxelles ha infatti aperto una consultazione pubblica, fino all’8 marzo, per presentare entro l’anno una proposta di regolamento che imporrà il divieto di utilizzare il bisfenolo A nei materiali a contatto con gli alimenti, compresi la plastica e gli imballaggi rivestiti. Si tratta di una sostanza chimica usata spesso in associazione con altre sostanze per produrre plastiche e resine, considerata interferente endocrino e fattore di preoccupazione per la salute umana.
La decisione della Commissione fa seguito alla pubblicazione del recente parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Ad aprile dello scorso anno l’Efsa ha infatti pubblicato una nuova valutazione secondo cui “l’esposizione al bisfenolo A (BPA) tramite gli alimenti costituisce una preoccupazione per la salute dei consumatori di tutte le fasce d’età”.
L’uso di bisfenolo A, spiega il Fatto Alimentare, “sarà permesso solo in alcuni casi particolari, a patto che non vi sia migrazione rilevabile negli alimenti”.
“Oltre al divieto quasi totale per il BPA, la Commissione ha proposto anche restrizioni per gli altri bisfenoli – prosegue il Fatto Alimentare – Queste sostanze dovranno passare attraverso un processo di valutazione del rischio per la salute e autorizzazione per l’uso nei materiali a contatto con gli alimenti. L’entrata in vigore delle restrizioni per i bisfenoli è prevista per la fine del 2025 o l’inizio del 2026”.
Bisfenolo A, perché è un rischio
Il bisfenolo A è una sostanza chimica usata in genere in associazione con altre sostanze per produrre plastiche e resine. Viene usato ad esempio nel policarbonato, un tipo di plastica trasparente e rigida che si usa per produrre contenitori riutilizzabili per distributori d’acqua, bevande e conservazione di alimenti. Viene usato anche per produrre resine epossidiche impiegate in pellicole e verniciature interne per lattine e contenitori destinati a cibi e bevande.
Il BPA è considerato un interferente endocrino, vale a dire una sostanza in grado di danneggiare la salute alterando l’equilibrio endocrino e ormonale.
Il rischio è legato al fatto che il bisfenolo A può trasmigrare in piccole quantità verso gli alimenti e le bevande che contiene, soprattutto se i materiali non sono perfettamente integri e sono utilizzati ad alte temperature. Così nella sua ultimo parere scientifico, l’Efsa ha stabilito una nuova soglia giornaliera tollerabile del BPA circa 20 mila volte più bassa di quella precedente.
Anche un recente studio dell’Agenzia europea per l’ambiente ha denunciato che l’esposizione degli europei al bisfenolo A supera ampiamente i livelli accettabili di sicurezza sanitaria.
Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia, “l’esposizione della popolazione alla sostanza chimica sintetica bisfenolo A (BPA), che viene utilizzata in qualsiasi cosa, dai contenitori alimentari in plastica e metallo alle bottiglie d’acqua riutilizzabili e ai tubi dell’acqua potabile in Europa, è ben al di sopra dei livelli accettabili di sicurezza sanitaria. Questo rappresenta un potenziale rischio per la salute di milioni di persone”.
Il bisfenolo A è già soggetto a diverse restrizioni. Dal 2011 l’Ue ne ha vietato l’uso nei biberon in policarbonato per lattanti, nel 2016 ne ha vietato l’uso nella carta termica per ricevute e nel 2018 ha introdotto ulteriori restrizioni al suo utilizzo in contenitori per neonati e bambini, vernici e rivestimenti (Il Salvagente).