Lotta al cancro, il Parlamento europeo chiede una strategia più efficace e il diritto all’oblio
Il Parlamento europeo chiede una strategia più efficace nella lotta contro il cancro. Misure supplementari per affrontare i fattori di rischio legati all’ambiente, al lavoro e allo stile di vita, migliore accesso all’assistenza sanitaria transfrontaliera, una gestione più efficiente delle carenze di medicinali antitumorali, il rispetto del diritto all’oblio
I deputati europei chiedono una strategia più efficace nella lotta contro il cancro. Misure supplementari per affrontare i fattori di rischio legati all’ambiente, al lavoro e allo stile di vita, migliore accesso all’assistenza sanitaria transfrontaliera, una gestione più efficiente delle carenze di medicinali antitumorali, il rispetto del diritto all’oblio per chi è guarito.
Il Parlamento europeo ha adottato le raccomandazioni finali per una strategia globale della Ue nella lotta contro il cancro, approvando (con 652 voti favorevoli, 15 contrari e 27 astensioni) la relazione della Commissione speciale sulle lotta contro il cancro (Commissione Beca, istituita nel giugno 2020 e che ha concluso il suo mandato il 23 dicembre 2021).
Primo: prevenzione del cancro
Poiché oltre il 40% di tutti i tumori è prevenibile mediante azioni coordinate «in relazione ai determinanti della salute di carattere comportamentale, biologico, ambientale, professionale, socioeconomico e commerciale», i deputati chiedono misure di prevenzione efficaci a livello nazionale ed europeo, fondate su competenze scientifiche indipendenti.
Le misure raccomandate includono il finanziamento di programmi che incoraggiano le persone a smettere di fumare. Nel testo si evidenzia anche che il consumo nocivo di alcol è un fattore di rischio per molti carcinomi differenti, e si chiede di inserire nell’etichettatura delle bevande alcoliche informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol – ma non ci saranno riferimento al cancro sulle etichette delle bottiglie di vino. Il Parlamento ha infatti approvato alcune modifiche alla relazione sul “Cancer Plan”, tra cui quella che distingue tra il consumo moderato e l’abuso di alcol.
Il Parlamento chiede inoltre l’adozione di sistemi europei di etichettatura obbligatori sulla parte anteriore delle confezioni dei prodotti alimentari e la fissazione di valori limite di esposizione professionale per almeno 25 altre sostanze.
Cure transfrontaliere
I pazienti devono ancora affrontare difficoltà quando cercano di accedere ai servizi sanitari e partecipare a sperimentazioni cliniche in altri Paesi dell’UE. I deputati europei chiedono dunque la revisione del quadro legislativo UE per consentire la mobilità e l’accesso ad attrezzature e cure altamente specializzate.
Dovrebbe esserci un unico insieme di norme per l’autorizzazione e il rimborso dell’assistenza sanitaria transfrontaliera, compreso il diritto a un secondo parere. Anche la cooperazione multinazionale e il modo in cui sono condotte le sperimentazioni cliniche transfrontaliere, aggiungono i deputati, devono essere più efficaci.
Lotta al cancro e carenza di medicinali
«Per contrastare le carenze e rendere le cure oncologiche più accessibili e abbordabili a livello UE, i deputati sostengono con forza l’estensione delle procedure di appalto congiunte, in particolare per i farmaci antitumorali e i trattamenti oncologici per tumori rari, infantili e nuovi. Chiedono inoltre di diversificare la catena di approvvigionamento dei farmaci antitumorali, monitorare più da vicino le carenze e creare una riserva strategica di medicinali anticancro essenziali».
La relazione raccomanda inoltre di aggiungere altri tipi di cancro (oltrre al cancro al seno, al collo dell’utero e al colon-retto) nel programma di screening europeo.
Chiede una maggiore trasparenza del settore farmaceutico specialmente per la definizione dei prezzi, i criteri di rimborso e i prezzi netti dei medicinali nei diversi Stati membri.
Diritto all’oblio
I deputati chiedono inoltre di garantire il diritto all’oblio oncologico a tutti i pazienti europei dieci anni dopo la fine del trattamento (e fino a cinque anni per i pazienti che sono stati diagnosticati prima dei 18 anni di età). In questo modo si vuole porre fine alle discriminazioni sociali: assicuratori e banche non devono tenere conto della storia clinica dei pazienti che hanno avuto la patologia.
In Italia, ad esempio, quasi un milione di persone in Italia è guarito da un tumore, ma per la burocrazia si tratta di pazienti ancora malati e rischiano, per questo, discriminazioni nell’accesso a servizi come l’ottenimento di un mutuo, la stipula di assicurazioni sulla vita, l’assunzione in un posto di lavoro e l’adozione di un figlio. Questa la denuncia della Fondazione AIOM, che a gennaio ha lanciato la prima campagna per il riconoscimento del Diritto all’oblio oncologico.