
Etichetta nutrizionale, Commissione UE: i consumatori preferiscono quella colorata
Etichetta nutrizionale, Commissione UE: i consumatori preferiscono quella colorata
Secondo uno studio del Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione UE, i consumatori preferiscono etichette riepilogative semplici, colorate e valutative, in quanto più facilmente comprensibili rispetto a etichette monocromatiche più complesse
“L’etichettatura può aiutare i consumatori a compiere scelte alimentari informate, sane e sostenibili”, lo afferma la Commissione Europea, che tramite il Centro comune di ricerca (JRC) ha realizzato quattro studi scientifici sull’etichetta nutrizionale, posta sulla parte anteriore della confezione dei prodotti.
Dalla ricerca è emerso, in particolare, che i consumatori considerano di più facile lettura l’etichetta colorata, un’informazione che richiama subito l’attenzione sul sistema Nutriscore, oggetto di dibattito e polemiche in Italia.
Quale tipo di etichetta nutrizionale preferiscono i consumatori?
Lo studio del JRC sull’etichettatura nutrizionale ha rivelato quali sono le preferenze dei consumatori.
In generale, dall’indagine è emerso che i consumatori apprezzano le etichette nutrizionali, in quanto forniscono in modo semplice e veloce informazioni nutrizionali utili ai fini delle scelte di acquisto. Preferiscono, inoltre, etichette meno complesse, che richiedono meno attenzione e meno tempo per l’elaborazione.
In generale, i consumatori sembrano preferire etichette riepilogative semplici, colorate e valutative, in quanto più facilmente comprensibili rispetto a etichette monocromatiche più complesse, non valutative.
Inoltre ritengono che le etichette nutrizionali siano utili a guidare i consumatori verso diete più sane, oltreché a fornire incentivi alle aziende alimentari per migliorare la qualità nutrizionale dei propri prodotti, ad esempio riducendo il sale o gli zuccheri aggiunti.
Nutriscore vs Nutrinform
È un tema caldo, quello dell’etichettatura nutrizionale, su cui si dibatte in Europa ormai da tanto tempo. Infatti, nell’ambito della Strategia “Farm to Fork”, la Commissione Europea intende proporre, entro la fine del 2022, un’etichettatura nutrizionale obbligatoria e armonizzata, da posizionare sulla parte anteriore dell’imballaggio, per consentire ai consumatori di compiere scelte alimentari salutari.
Intanto sono stati sviluppati diversi schemi di etichettatura nutrizionale, attualmente utilizzati negli Stati membri su base volontaria in base alle norme dell’UE. Parliamo, in particolare, del sistema Nutriscore, che, su 100 grammi di prodotto, fornisce una valutazione “a semaforo” dal rosso al verde e dalla A alle E, e del Nutrinform, alternativa fortemente sostenuta anche dall’Italia: un sistema che, tramite il simbolo della batteria, indica sia la quantità di calorie e di nutrienti che si assumono consumando un prodotto, sia l’incidenza di questi nutrienti sulla dieta quotidiana generale.
Etichetta nutrizionale, Coldiretti: studio fuorviante
Per la Coldiretti “l’approccio dell’Unione Europea è fuorviante”.
“Il Nutriscore è un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”, afferma la Coldiretti nel commentare lo studio pubblicato dal Centro Comune di Ricerca della Commissione Ue.
“In Europa occorre portare avanti la battaglia contro il Nutriscore, i sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo che – sottolinea ancora la Coldiretti – si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia, senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine. L’equilibrio nutrizionale non va ricercato nel singolo prodotto, ma nell’insieme dei diversi cibi consumati nella dieta giornaliera”.
