
il rito del caffè espresso italiano candidato a patrimonio dell'umanità
Il Mipaaf propone il caffè espresso italiano come patrimonio dell’umanità
Il Mipaaf ha presentato la candidatura del caffè espresso italiano quale patrimonio immateriale dell’umanità
Il caffè espresso italiano candidato come patrimonio Unesco dell’umanità. Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha presentato le candidature a patrimonio culturale immateriale dell’umanità del «Rito del caffè espresso italiano tradizionale, che è anche vera e propria arte, e in subordine quella della Cultura del caffè napoletano, realtà tra rito e socialità».
Le candidature del caffè espresso italiano e della cultura del caffè napoletano
Si è chiusa ieri, dice una nota del Mipaaf, l’istruttoria delle proposte di candidature che ha portato il Rito del caffè espresso italiano tradizionale e la Cultura del caffè espresso napoletano ad essere già inserite nell’Inventario dei Prodotti agroalimentari italiani (INPAI).
Il Gruppo di lavoro Unesco del Mipaaf ha quindi deciso all’unanimità di proporre le candidature e di inviare la documentazione alla Commissione Nazionale dell’Unesco che dovrà decidere l’avvio del procedimento per l’inserimento nel patrimonio immateriale dell’umanità di un elemento che ha importanti risvolti culturali, sociali, storici e di tradizione. La pronuncia ci sarà dopo il 31 marzo, quando scade il termine per presentare le candidature.
La campagna della filiera per la candidatura del caffè espresso italiano a patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco è partita lo scorso ottobre, in occasione della Giornata mondiale del caffè. Ha messo insieme le sigle che lavorano nel caffè intorno al riconoscimento di un rito che è insieme occasione di socialità, espressione di una cultura, espediente narrativo e cinematografico. Ancora: è gesto individuale e collettivo. E naturalmente è un piacere.

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- Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.
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