Spreco alimentare, quale tipologia di consumatore spreca di più?

Spreco alimentare, quale tipologia di consumatore spreca di più?

«Lo spreco alimentare è ancora troppo ma siamo sulla strada giusta», dice la Fondazione Barilla in vista della Giornata di prevenzione dello spreco alimentare.

Ogni italiano produce (scarta) 65 kg di rifiuti alimentari l’anno, più della media europea (58 kg). Ma con il lockdown le famiglie hanno iniziato ad assumere dei comportamenti virtuosi, o almeno più virtuosi rispetto a prima, nella gestione della spesa e della cucina. Fare la lista della spesa prima di andare a comprare. PPianificare i pasti vedendo cosa serve e cosa manca. Consumare prima i cibi più “vecchi” e gli avanzi. Sono comportamenti che si sono accentuati nella fase di confinamento in casa della scorsa primavera e che permettono di contenere lo spreco alimentare.

 

Il 5 febbraio ricorre l'8^ Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare
Il 5 febbraio ricorre l’8^ Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare

 

Spreco alimentare, qualche dato

Nonostante alcune buone pratiche, ogni italiani genera però 65 kg di rifiuti alimentari l’anno. A dirlo è il Food Sustainability Index, ovvero l’indice realizzato da Fondazione Barilla in collaborazione con The Economist Intelligence Unit. Secondo la Fondazione Barilla, lo spreco alimentare in Italia è ancora troppo (la media europea è di 58 kg). Ma le buone pratiche avviate durante il lockdown mettono l’Italia sulla strada giusta per ridurre lo spreco alimentare.

Il costo dello spreco alimentare è alto sia dal punto di vista etico e ambientale che da quello economico. Lo spreco alimentare in Italia, ricorda la Fondazione Barilla, vale circa 10 miliardi di euro. Sono 5 euro a famiglia ogni settimana, 260 euro l’anno.

Secondo lo studio Fusion Estimates of European food waste levels lo spreco nei Paesi dell’EU28 costa l’equivalente di 143 miliardi di euro e rappresenta il 6% delle emissioni totali di gas serra dell’Unione Europea. Di tutto il cibo prodotto ogni anno in Europa, più del 20% viene sprecato: è l’equivalente di 88 milioni di tonnellate l’anno. Circa i due terzi del costo economico, pari a circa 98 miliardi, sono attribuibili allo spreco alimentare domestico.

Spreco alimentare, salute e pianeta

Lo spreco alimentare dipende da molti fattori: gestione della spesa, eccesso di spesa (perché magari attratti dalle promozioni), cibo preparato in eccesso, non consumato in tempo, conservato male e quant’altro. Sono i prodotti freschi e quotidiani quelli che più facilmente finiscono sprecati.

«Secondo un recente studio, il 53% dei rifiuti è attribuibile ai consumi domestici: sprechiamo principalmente verdura, frutta e cereali ha dichiarato Marta Antonelli, Direttore della Ricerca di Fondazione Barilla – I dati disponibili che abbiamo analizzato e messo a sistema, però, parlano di un’Italia che sta facendo passi incoraggianti nella lotta allo spreco. Ci mostrano che quanto fatto finora da tutti sta portando i suoi frutti e ci invogliano a continuare a migliorarci verso una direzione più sostenibile. La consapevolezza della connessione fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo, sta crescendo sempre di più tra i nostri connazionali e sta influenzando il modo di approcciarci al cibo. Alcuni dei grandi appuntamenti internazionali del 2021, primo tra tutti il Food Systems Summit delle Nazioni Unite, rappresentano i momenti fondamentali per accendere l’attenzione di tutti verso sistemi alimentari più sostenibili, che includono la lotta allo spreco, fondamentale per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promossi dall’Agenda 2030».

Spreco alimentare, fattore etico e ambientale

Lo spreco alimentare è argomento sempre più sentito. Secondo una recente indagine di Altroconsumo, fatta a settembre 2020, con la quarantena della scorsa primavera gli italiani hanno “aggiustato il tiro” sullo spreco alimentare: il 41% dice di aver ridotto la quantità di cibo sprecato, uno su tre ha usato più spesso gli avanzi, il 38% ha scritto più spesso la lista della spesa.

Lo spreco alimentare è riconosciuto come tema etico e ambientale. L’88% degli italiani sostiene che non sia etico buttare il cibo. L’83% riconosce l’impatto negativo sull’ambiente e dichiara di impegnarsi per ridurre lo spreco alimentare in casa.


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